Presentato il censimento degli impianti sportivi della Capitale. Malagò: “Se i Giochi non si terranno nella Capitale, non si faranno in nessun’altra città”
È stato presentato oggi il Censimento e monitoraggio degli impianti sportivi sul territorio della città di Roma, allo stadio Flaminio nell’ambito di un incontro sulla candidatura di Roma alle Olimpiadi del 2024 di fronte presidente del Coni, Giovanni Malagò, al presidente del Comitato promotore di Roma 2024 Luca di Montezemolo e alla coordinatrice generale Diana Bianchedi. Nei quattro mesi di rilevazioni sono stati censiti i 2.221 impianti sportivi nella Capitale, di cui oltre mille pubblici (istituti scolastici inclusi).
La presentazione è stata anche l’occasione per lanciare qualche stoccata: come quando Luca Cordero di Montezemolo, alla fine dell’incontro, ha sottolineato come “Grillo dice no alle Olimpiadi ma chi è stata eletta è la Raggi, non lui”. O come quando Malagò spiega come sia “impossibile fare le Olimpiadi in altre città” se dovesse saltare la candidatura di Roma.
Il monitoraggio, senza precedenti nella Capitale, è stato effettuato da una squadra di 25 giovani laureati in ingegneria e architettura, ingaggiati dal Coni e dal comitato promotore di Roma 2024: si tratta di un primo lascito che la candidatura ha voluto destinare alla città come patrimonio e strumento di pianificazione, indipendentemente dal prosieguo della stessa candidatura olimpica. Tutti i dati, inseriti in una banca online fornita in uso gratuito al Comune di Roma, sono disponibili per gli utenti tramite una nuova web-app utilizzabile da smartphone, tablet e pc cliccando sull’indirizzo http://dovefaresport.Coni.It/.
Quattro gli obiettivi principali del censimento: la conoscenza degli impianti esistenti e dei loro potenziali ambiti di sviluppo; l’individuazione dei possibili siti da ristrutturare e destinare a impianti di allenamento nel caso Roma ottenesse l’organizzazione dei Giochi del 2024; la creazione di uno strumento fondamentale per interventi futuri e l’individuazione, tramite strumenti di geomarketing sviluppati dal Coni, delle zone di carenza per realizzare nuovi impianti; offrire un contributo per la costruzione di una città più sostenibile, sicura, inclusiva e accessibile.
Secondo quanto emerge dall’analisi, nel Comune di Roma risulterebbe un numero di impianti sportivi (0,77 per ogni mille abitanti) molto inferiore alla media dei capoluoghi di regione presi in esame nel recente censimento nazionale (circa 1,20), anche se l’offerta di spazi sportivi reale può considerarsi in linea con quella degli altri capoluoghi (2,21 per ogni mille abitanti) sebbene inferiore a quella di Trieste (2,74) e Firenze (2,36).
Questo dato si motiva con la presenza nel Comune di Roma di un maggior numero di impianti polifunzionali e di dimensioni maggiori rispetto ad altri comuni. Contrariamente a quanto rilevato negli altri capoluoghi di regione, però, nel comune di Roma l’offerta sportiva è fornita in maggioranza dalle strutture private (1.118, il 50,3%) rispetto a quelle pubbliche (1.103 per il 49,7%).
Il comitato ha anche presentato il progetto Roma 2024 Legacy che prevede la realizzazione di 15 palazzetti dello sport polifunzionali in grado di ospitare gli allenamenti degli atleti durante i Giochi Olimpici, per poi diventare aree al servizio dell’attività sportiva di base e delle scuole. I 15 palazzetti, secondo le intenzioni, sarebbero strutturati in modo flessibile in modo da ospitare competizioni fino al livello nazionale e al tempo stesso accogliere diverse società di base. La speciale progettazione renderebbe possibile la pratica di oltre 15 tipologie di sport, unendo l’attenzione all’ambiente grazie alla dotazione di impianti per produrre energia rinnovabile e abbattere così anche i costi di gestione. Ogni palazzetto può richiedere dai 3 ai 3,7 milioni di euro per la costruzione, con l’investimento totale necessario già incluso nel budget investimenti dei giochi.
Grazie alle analisi del censimento inoltre, sarebbe possibile di concerto con il Comune di Roma dislocare opportunamente le 15 unità sul territorio cittadino entro 30 minuti da Tor Vergata, sede in cui dovrebbe sorgere il Villaggio Olimpico. Il tutto con la finalità di potenziare l’offerta sportiva di base ma anche l’attività curricolare, qualora fossero realizzati nei pressi di complessi scolastici.
“Una volta studiato il dossier olimpico in maniera approfondita penso che nessuno possa rinunciare a questa opportunità. Per questo credo che alla fine troveremo un accordo”. È quanto ha poi affermato la coordinatrice generale del Comitato promotore di Roma 2024, Diana Bianchedi. Bianchedi ha sottolineato come il sindaco di Roma, Virginia Raggi, sia “una donna coraggiosa che ha preso un impegno molto grande e per questo la ammiro. La stiamo mettendo sotto pressione con i tempi ma è quanto ci chiede il Cio”. “Ad ogni modo – ha concluso – un incontro ci sarà al termine delle Paralimpiadi”. Sul futuro incontro ha parlato anche il numero uno del Coni, Giovanni Malagò: “Incontro con la Raggi? Ci sarà ma non so dire quando”, ha chiosato.
“È il primo censimento analitico completo che c’è della città di Roma, finanziato e supportato dalla candidatura di Roma 2024. È il punto di partenza. Tutto questo si può fare se la candidatura va avanti e si riesce a realizzarla. Io rappresento il Coni, il comitato olimpico Nazionale italiano, e sottolineo Nazionale. Se non succede, viene meno il presupposto su cui si può intervenire”. Lo ha detto il presidente del Coni, Giovanni Malagò nella sua introduzione alla presentazione del censimento degli impianti sportivi a Roma.
“Parigi ha stimato 250 mila nuovi posti di lavoro. Anche il turismo avrà benefici concreti: Londra nel 2013 ha aumento le presenze di 1,3 miliardi mentre Torino, dopo il 2006, è cresciuta del 41%. Non perdiamo 200 mila posti di lavoro”. Questo l’appello lanciato dal Comitato Promotore Roma 2024 nel corso della presentazione del censimento sugli impianti sportivi della Capitale.
“È sbagliato fare paragoni con le Olimpiadi del passato perché quelle del 2024 saranno le prime organizzate secondo l’agenda 2020, che ha influenza sui costi”, ha poi detto il presidente del Comitato Promotore Roma 2024, Luca Cordero di Montezemolo. L’agenda infatti “prevede impianti temporanei; la possibilità di svolgere manifestazioni fuori dalla città ospitante, con un conseguente risparmio economico; ed inoltre la città vincitrice incassa 1,7 miliardi che sono fondamentali per il rinnovamento o la creazione di impianti”, ha concluso.
Repubblica