Nella chiesa francescana di Sant’Angelo, a Milano, è arrivato il feretro della stilista, scomparsa venerdì scorso all’età di 85 anni. Il figlio Matteo ha ricordato che aveva chiesto non fiori ma opere di bene, in particolare verso la ricerca contro la fibrosi cistica
Decine e decine di persone hanno accolto con un applauso nella piazzetta della chiesa francescana di Sant’Angelo, a Milano, l’arrivo del feretro di Marta Marzotto, scomparsa venerdì scorso all’età di 85 anni. Ci sono i nipoti, in particolare Beatrice Borromeo, la nipote prediletta della stilista. Fu proprio lei a dare su Twitter l’annuncio della scomparsa della nonna. Ci sono Carlo Borromeo, fratello di Beatrice, l’altra nipote Isabella Borromeo, il presentatore televisivo Paolo Kessisoglu, poi ancora Matteo Marzotto, il più piccolo dei figli di Marta, e tantissimi altri amici e parenti. «Adesso l’importante è mantenere una quotidianità che le sarebbe piaciuta, fatta di spontaneità, affetto e aiuto degli altri», sono state le parole pronunciate domenica pomeriggio all’uscita dalla camera ardente da Matteo. Ha voluto anche ricordare che sua madre aveva chiesto non fiori ma opere di bene, in particolare verso la ricerca contro la fibrosi cistica, la malattia che colpì la figlia Annalisa, morta nel 1989.
La camera ardente
Tante le persone che nel fine settimana hanno reso omaggio alla «regina» dei salotti , stringendosi intorno alla famiglia riunita alla camera ardente aperta in forma privata presso l’impresa funebre San Siro. Chi portando fiori, chi fotografie incorniciate. C’erano i quattro figli di Marta Marzotto, Matteo, Diamante, Paola e Vittorio, diversi nipoti della stilista. Tra loro la giornalista, conduttrice ed ex modella Beatrice Borromeo, Lavinia Borromeo insieme al marito e presidente di Fca John Elkann, Carlo Borromeo con la moglie Marta Ferri e Isabella Borromeo. Tra i primi a dare l’ultimo saluto, la sua ex segretaria, Alessandra Colla. «L’ho vista per l’ultima volta circa tre mesi fa e stava benissimo. Era una donna meravigliosa, la generosità fatta donna, una grande mamma, una grande chioccia». I tanti attestati di stima e affetto verso «la mamma ci colpiscono: in questi due giorni ho ricevuto oltre 1500 sms, mille mail e almeno 500 whatsapp, e altrettanti i miei fratelli — ha raccontato Matteo Marzotto —. Scrivono a noi, ma pensano a lei». «Muovendomi in taxi, molti tassisti, con cui lei si divertiva a chiacchierare, hanno avuto un pensiero affettuoso per lei. Ed è così che mi piace ricordarla, con un sorriso». Alla camera ardente sono giunti diversi famigliari e amici.
Corriere della Sera