“Anche sulla Rai il Movimento 5 stelle propone i peggiori vizi della vecchia politica”. Lo scrive sulla sua pagina Facebook il deputato del Partito democratico e segretario della commissione di Vigilanza Rai Michele Anzaldi. “Oggi assistiamo al paradosso che vorrebbe prendersi i meriti della pubblicazione degli stipendi Rai, prevista dalla Riforma Rai voluta dal governo Renzi, quando su quella legge in Parlamento hanno votato contro, con la solita connessa sequela di insulti, barricate, accuse senza fondamento. Ma di che parlano?”, osserva. “Presiedono la Vigilanza da quasi tre anni – spiega Anzaldi – e non sono riusciti mai ad essere decisivi ed incisivi su nulla: sull’assunzione degli esterni e’ dovuto intervenire Cantone su impulso di Pd e Usigrai, non certo del M5S; sulla riduzione degli spazi di informazione, mentre trasmissioni come ‘Virus‘ venivano chiuse, e’ stato il Pd il primo a protestare; sul tetto da 240mila euro, votato all’unanimita’ dalla Vigilanza, non abbiamo sentito in questi mesi neanche una parola dal consigliere eletto in quota M5S, Carlo Freccero, spesso critico nelle dichiarazioni salvo poi votare all’unanimita’ con gli altri consiglieri. E si potrebbe continuare. Il presidente Roberto Fico non e’ mai riuscito a far rispettare alla Rai il lavoro della Vigilanza, non ci rispondono neanche alle interrogazioni. La verita’ e’ che in questi anni di presidenza M5s della commissione, il partito di Beppe Grillo non e’ riuscito a portare a casa nulla, a parte la poltrona di Freccero in Cda”, sottolinea. “C’e’ voluta una legge del Governo – prosegue ancora il deputato dem e segretario della Vigilanza – per sapere quanti sono i mega dirigenti Rai con stipendi da favola che sforano il tetto voluto dal premier Renzi per i manager pubblici, sul quale i cinque stelle come al solito hanno votato contro”. “Per la prima volta dopo decenni, oggi la Rai e’ costretta a pubblicare gli stipendi dei suoi mega dirigenti grazie al piano trasparenza voluto dal Pd e dal Governo. E i cinquestelle hanno il coraggio, o meglio la faccia tosta, di sostenere che quel piano sarebbe merito di un loro emendamento? Ma di quale emendamento parlano? Il M5S ha votato contro tutti gli articoli della legge, sia alla Camera che al Senato, e basta rileggere i resoconti parlamentari per vedere che sia Fico alla Camera il 21 ottobre 2015, sia Airola al Senato il 17 dicembre 2015, nelle dichiarazioni di voto a nome del M5s, non fecero alcun accenno al piano trasparenza e all’obbligo di pubblicazione degli stipendi, e anzi attaccarono frontalmente e senza appello la legge. Fico dichiaro’: ‘questa riforma non ci piace da nessun punto di vista’. Airola gli fece eco: ‘le nostre proposte sostanziali sono rimaste lettera morta’.