Pagina a cura di Marco A. Capisani
A settembre «sapremo chi sarà il compratore di Bompiani» mentre Marsilio andrà a Cesare De Michelis, storico patron della casa editrice: «è il candidato naturale, ci è sembrato logico proseguire con chi ha fondato e guidato l’editrice. Stiamo aspettando il via libera dell’Antitrust che spero arrivi prestissimo», ha dichiarato ieri a Milano l’a.d. di Mondadori Ernesto Mauri, a margine dell’assemblea 2016 di Upa e a proposito delle due cessioni richieste dal Garante della concorrenza e del mercato dopo l’acquisizione di Rcs Libri da parte del gruppo editoriale di Segrate.
Verso fine luglio Mondadori renderà noti i risultati del primo semestre dell’anno ma, nell’attesa, Mauri ha dichiarato che sono «molto belli, sempre meglio».
Già entro la prima settimana di luglio, però, l’a.d. si aspetta qualche novità sulla vendita proprio di Bompiani e di ricevere le offerte non vincolanti per portare avanti la vendita della casa editrice di cui possiede il 94,7%. «Abbiamo ricevuto nove manifestazioni d’interesse. Due sono editori stranieri: Amazon e Harper Collins», ha spiegato Mauri. «Tra i sette italiani ci sono invece tutti i principali editori, compresa La Nave di Teseo», guidata da Elisabetta Sgarbi che aveva lasciato la Bompiani targata Rcs, in segno di protesta, prima che passasse a Mondadori. Tra i pretendenti non ci sono invece fondi d’investimento né operatori finanziari così come richiesto fin dall’inizio dall’Antitrust. Riferendosi in particolare all’interesse mostrato da Amazon per Bompiani, sempre secondo Mauri, «è significativo che la società Usa si sia mossa per un editore con una quota intorno al 2%. Se arriva sul mercato anche col 2%, è un bel problemino». All’a.d., comunque, piacerebbe che fosse un editore italiano a rilevare Bompiani, se non si presentano forti divari di prezzo nelle offerte, in modo che l’editrice rimanga in mani tricolori.
Oltre ai libri, però, Mondadori pubblica anche diversi periodici e adesso sta studiando un settimanale popolare da un euro a copia. Progetto confermato ieri, in occasione dell’assemblea Upa, dal direttore generale periodici Italia Carlo Mandelli: «giudichiamo interessante il segmento popolare. Ha degli spazi ancora vuoti, ma non abbiamo fretta di uscire». La nuova pubblicazione avrà un posizionamento più «pop» di Chi, altro settimanale mondadoriano.
A proposito invece del newsmagazine del gruppo, Panorama, Mandelli ha precisato che «il 60% dei ricavi della testata arrivano ormai dal sistema che ruota intorno al settimanale», tra cui gli eventi, i brand Icon e Flair. Considerando infine i siti acquisiti di recente da Banzai, «la raccolta pubblicitaria digitale arriverà a pesare il 33% del totale dal precedente 12-13%», ha aggiunto il direttore generale periodici Italia di Mondadori. Grazie a questa acquisizione, dal 2017 l’intera area digitale del gruppo sarà profittevole.
Mandelli è anche presidente di Ads e sulla sospensione delle copie digitali multiple, per accertarne l’effettiva lettura, ha chiosato dicendo che «non è un problema difficilissimo da risolvere. E’ come stringere un bullone» riferendosi al dover aggiornare le rilevazioni diffusionali ai nuovi sistemi di distribuzione.
Ieri il titolo Mondadori ha chiuso in Borsa a +0,44% a 0,92 euro.
ItaliaOggi