Suso Cecchi D’Amico, Suso a Lele. Lettere, dicembre 1945-marzo 1947, Bompiani 2016, pp. 602, 22,00 euro. Lui figlio del grande critico teatrale Silvio D’Amico, lei del critico letterario Emilio Cecchi, Suso e Lele hanno due figli piccoli quando finisce la guerra e a Lele «viene diagnosticata una grave forma di tubercolosi». In casa circolano pochi soldi e Suso, per guadagnarsi da vivere, s’inventa il mestiere improbabile di chi collabora, senza troppe pretese, alla stesura di sceneggiature cinematografiche (Ladri di biciclette è una delle prime). Sono i film poveri, improvvisati ma a loro modo geniali, che saranno poi detti «neorealisti»: una rivoluzione cinematografica a metà tra il realismo da fotoromanzo e il polpettone sociale. Suso Cecchi D’amico diventerà una maestra incontrastata del cinema italiano del dopoguerra. Nelle sue lettere a Lele, ricoverato in sanatorio, trovate una storia del cinema e della cultura italiana nei primi anni della repubblica. Matthew Pearl, L’ultimo cacciatore di libri, Rizzoli 2016, pp. 418, 19,00 euro, eBook 9,99 euro. Autore di romanzi ambientati a margine di romanzi e opere letterarie, dal Circolo Dante al dickensiano Ladro di libri incompiuti e all’Ombra di Edgar, una storia costruita intorno a non so più che evento nella vita d’Edgar Allan Poe, Matthew Pearl stavolta racconta la storia di Pen Davenport, «il più famigerato cacciatori di libri d’Europa» che di mestiere, mentre una legge internazionale sui diritti d’autore minaccia i professionisti come lui, procura libri d’autori celebri, rubandoli dai loro cassetti, ai pirati dell’editoria. Stavolta Davenport viaggia fino alle Samoa per rubare a Robert Louis Stevenson il suo ultimo romanzo. Charles Stross, Rapporto sulle atrocità, Urania n. 1631, 6,50 euro, eBook 3,99 euro.Charles Stross, uno dei grandi scrittori fantastici (con Neil Gaiman e Alan Moore) apparsi in Inghilterra negli ultimi anni, ha scritto una serie di storie, tra cui le due raccolte in Rapporto sulle atrocità, ambientate in una Terra horror parallela. Protagonisti delle storie sono spie, hacker e cacciatori di mostri. Stross spiega, nella postfazione, che per scrivere le avventure di questa speciale sezione del servizio segreto inglese si è ispirato alle storie di H.P. Lovecraft e alle spy stories di Len Deighton. Quest’ultimo, autore negli anni Sessanta d’alcune classiche storie di spionaggio, come La pratica Ipcress e Funerale a Berlino, scriveva in realtà storie horror, dice Stross: le ombre dell’incubo atomico pesavano sul suo agente segreto, Harry Palmer, come l’ombra terrificante dei Grandi Antichi pesava sui personaggi di Lovecraft, che a loro volta s’infiltravano come talpe nel mondo segreto dell’horror metafisico. Walter Benjamin, La mia biblioteca, Elliot 2016, pp. 64, 7,70 euro. Walter Benjamin, che come il 90% degli scrittori non ha mai fatto altro che parlare di libri, spiega qui che cos’è, ridotto alle suoi componenti elementari, l’amore per i libri. Spiega, in particolare, cos’è la forma estrema di questo amore: il collezionismo. Se «di tutti i modi per procurarsi i libri il più degno di lode è considerato lo scriverseli da soli», poiché «gli scrittori sono in realtà persone che scrivono libri non per guadagnarsi da vivere, bensì per scontentezza nei confronti dei libri che a loro non piacciono», probabilmente «il più appproriato» dei modi per procurarsi i libri è «il prestito con successiva non restituzione».
ItaliaOggi
di Diego Gabutti