All’indomani dell’opa da 0,7 euro per azione lanciata su Rcs da Andrea Bonomi e dai soci Mediobanca, Diego Della Valle, Unipol e Pirelli, sulla casa editrice sono continuati gli acquisti in Borsa. Le azioni del gruppo editoriale, salite lunedì del 16,5%, hanno chiuso ieri in rialzo del 3,1% a 0,715 euro, con un massimo di seduta toccato a 0,728 euro. Già superato quindi il prezzo della contro opa lanciata per contrastare l’offerta di scambio di Urbano Cairo, che proprio ieri mattina si è incontrato con gli advisor e i legali che lo supportano nell’ops, che invece offre 0,12 azioni Cairo Communication ogni azione Rcs. L’editore di La7 non ha voluto parlare con i giornalisti dell’offerta al termine dell’incontro con i propri consulenti, ma secondo indiscrezioni non avrebbe intenzione di fare un rilancio sulla propria ops, rialzandone il prezzo. Venerdì, intanto, è stato convocato un cda di Rcs con all’ordine del giorno vari argomenti tra cui l’opa. Il mercato, invece, continua a interrogarsi sulle eventuali prossime mosse di Cairo. Kepler Cheuvreux ritiene che il prezzo di 0,70 euro per azione dell’opa lanciata da Bonomi e gli altri sia equo e che il rilancio sia positivo in quanto l’offerta è tutta cash, migliorativa rispetto all’ops di Cairo e in linea con il suo target price posto proprio a 0,70 euro. Inoltre, ci sarebbero poche chance di un significativo miglioramento dell’ops, anche se le opzioni sono due: migliorare il concambio dalle attuali 0,12 azioni Cairo Communication per ciascuna Rcs ad almeno 0,161, pari a un valore implicito di 0,70 euro per azione Rcs, oppure mantenere il concambio a 0,12 e aggiungere circa 100 milioni di euro in contanti. Il problema della prima opzione è però che sarebbe troppo diluitiva per Urbano Cairo, la cui quota in Cairo Communication scenderebbe dal 73% al 38%, mentre la seconda ridurrebbe la cassa dell’editore di La7 a zero. Anche per Banca Akros i termini dell’opa a 0,70 euro sono «migliori in termini assoluti» rispetto a quelli dell’ops. Da un punto di vista economico, inoltre, Akros nota come «il deal manchi di sinergie industriali rispetto all’offerta di Cairo (in particolare ipotizzando una fusione), quindi può indicare che gli offerenti vedono anche più valore stand-alone nella società». Infine, Equita Sim sottolinea che l’offerta di Bonomi «è concorrente all’ops di Cairo Communication, da noi giudicata positivamente in quanto per la prima volta Rcs potrebbe avere come azionista di riferimento un editore con un importante track record di turnaround nel settore». In questo caso, però, è fondamentale capire cosa decideranno le banche finanziatrici di Rcs, dal momento che una delle condizioni di Cairo comprende anche una clausola sul debito. Sul fronte societario, la partecipazione in Rcs della famiglia Agnelli è scesa sotto la soglia del 5%: la quota intestata alla Giovanni Agnelli e C è scesa al 4,79% lo scorso 12 maggio, secondo quanto riporta la Consob tra gli aggiornamenti sulle partecipazioni rilevanti. Nel dettaglio, il 3,231% del gruppo editoriale fa direttamente capo a Exor e il restante 1,559% a Interim One, il veicolo in liquidazione cui Fca aveva girato il 16,7% di Rcs destinato a essere distribuito ai propri soci.
ItalaiOggi