Due distinte operazioni della Guardia di finanza a Ostia, Lazio, e nella Locride per circa 3,3 milioni di euro sull’erogazione di disoccupazione, assistenziali e previdenziali. In totale sono state denunciate 123 persone a Roma e altre 259 a Reggio Calabria
Con due distinte operazioni, la Guardia di finanza ha scoperto due truffe all’Inps a ostia (sul litorale romano) e nella Locride (Reggio Calabria) per circa 3,3 milioni di euro sull’erogazione di disoccupazione, assistenziali e previdenziali. In totale sono state 382 le persone denunciate, 123 a Roma e 259 in Calabria. A Ostia, nel Lazio, la truffa è stata quantificata in circa 1,3 milioni di euro e veniva architettata da alcuni anni due dipendenti infedeli della sede Inps del posto. Un meccanismo collaudato ed efficace, visto che ha permesso alla cricca dei “disoccupati” di mettersi in tasca un milione e trecentomila euro, quello andato avanti per anni ideato e realizzato dai due impiegati di Ostia con la connivenza di ben 123 complici che sono tutti stati denunciati. I due, infatti, aprivano posizioni – il modello DS – per persone che chiedevano l’indennizzo di disoccupazione a seguito di licenziamento. Peccato però che era tutto falso: la maggior parte dei modelli, infatti, riportava quali datori di lavoro famose case cinematografiche che però erano del tutto estranee alla vicenda. In alcuni casi, addirittura, i truffatori avrebbero impiegato intere famiglie: mariti, mogli, figli, generi, cugini. Il sistema è stato scoperto dai finanzieri del comando Provinciale di Roma, dopo indagini durate diversi mesi, coordinate dal sostituto Giuseppe Deodato della procura di Roma. Gli impiegati accedevano al sistema informatico dell’ente, inserivano i dati di datori di lavoro all’oscuro della truffa – le case cinematografiche, appunto – creando così un diritto all’accesso all’indennità di disoccupazione con requisiti ridotti al quale per legge hanno diritto coloro che hanno perso il lavoro a seguito di licenziamento. Le indagini sono partite dalle verifiche su residenti di altre zone – non di Ostia, dunque – ma persino di Latina e Frosinone, che si erano stranamente spinti fino al quel municipio per richiedere il sussidio di disoccupazione. Tra questi anche persone già impiegate con regolare contratto di lavoro che però avevano deciso di arrotondare le loro entrate mensili con il sussidio erogato dall’Inps. C’era addirittura chi – già titolare dell’indennizzo – andava alla ricerca di persone disposte a “steccare” parte dell’indennità e degli arretrati percepiti con gli artefici del piano. I 123 furbetti dell’indennizzo sono stati denunciati all’autorità giudiziaria per truffa aggravata ai danni dello Stato. Alcuni hanno restituito le somme indebitamente percepite accordandosi con l’ente previdenziale. Per altri è scattato la confisca di conti correnti e depositi titoli per un totale di mezzo milione di euro. In Calabria, invece, i finanzieri del comando provinciale di Reggio hanno scoperto una maxi truffa ai danni dell’Inps perpetrata da cinque aziende in diversi comuni della Locride: l’analisi della documentazione contabile effettuata dalle Fiamme gialle, ha consentito di rilevare l’assunzione di 259 lavoratori “inesistenti” che, dal 2008 al 2014, hanno percepito indennità assistenziali e previdenziali (disoccupazione, maternità e malattia) a danno dell’Inps per circa 2 milioni di euro. I titolari delle aziende controllate si sono resi responsabili di aver dichiarato nella denuncia aziendale presentata all’Inps un fabbisogno lavorativo superiore alla reale ed effettiva capacità aziendale segnalando l’assunzione dei 259 dipendenti a tempo determinato che “sarebbero” stati impiegati per circa 60 mila giornate lavorative in fondi agricoli risultati di fatto incolti. La Finanza ha smascherato una vera e propria associazione composta da soggetti legati da vincoli di parentela che, pur essendo titolari ciascuno della propria azienda, si servivano di un’unica struttura organizzativa assumendo personale che transitava fittiziamente da una ditta ad un’altra percependo indebitamente indennità assistenziali e previdenziali. Ulteriori accertamenti hanno consentito di rilevare l’omesso versamento nelle casse dello stato di contributi previdenziali per circa 160 mila euro. Sono stati così denunciati all’autorità giudiziaria i titolari delle aziende e 259 lavoratori “fantasma”, per essersi resi responsabili, tra l’altro, del reato di truffa aggravata ai danni dell’Inps.