Mediaset-Finelco, parte l’iter

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Il Biscione diventerà ufficialmente azionista di controllo del gruppo radio nel secondo semestre 2016. Rti avrà il 69% di Rb1 e sarà l’editore di 105, Rmc e Virgin

Mediaset - FinelcoNel secondo semestre del 2016 Mediaset diventerà ufficialmente azionista di controllo di Finelco, il gruppo radiofonico di 105, Rmc e Virgin attualmente in mano ad Alberto Hazan. Dopo la decisione dell’Antitrust, infatti, può partire l’iter che porterà le emittenti milanesi di Largo Donegani nelle braccia del Biscione.
Attualmente Hazan controlla il gruppo tramite la società Unibas sgps ltd, a sua volta controllata dalla società RB1. Ebbene, al momento Rti-Mediaset detiene il 19% di azioni ordinarie con diritto di voto di RB1 e il 50% di azioni senza diritto di voto, ma convertibili. E la conversione avverrà in prossimità di giugno-luglio, con effetti contabili sul secondo semestre del 2016. A questo punto Rti avrà il 69% di RB1, società che, indirettamente, controlla Finelco, E diventerà, quindi, editore di riferimento delle tre radio, cui affiancherà R101 e Radio Orbital, delle quali è già editore.
Quanto, invece, alla raccolta pubblicitaria, la concessionaria Mediamond (joint venture tra Mediaset e Mondadori) potrà continuare a raccoglierla per R101, Finelco, Subasio, Radio Norba, Radio Suby, ma dovrà rinunciare a Radio Italia (da fine 2016) e Kiss Kiss (da fine 2017). Non potrà sottoscrivere ulteriori contratti di raccolta con queste emittenti almeno fino al 31 dicembre 2020, come non potrà, sempre entro fine 2020, diventare editore di altri circuiti nazionali (detiene, tuttavia, il titolo autorizzativo alla trasmissione di Radio Orbital, che in futuro potrebbe essere equiparato a quello di una concessione radio nazionale).
Con i singoli centri media, infine, dovranno essere sottoscritti contratti autonomi da Mediamond per il mondo radio, rispetto ad altri contratti dell’universo Mediaset (Publitalia o Digitalia).
Nonostante avesse in ballo una decisione dell’Antitrust (uscita lo scorso 15 aprile) su questioni di posizione dominante, Mediaset ha organizzato, lo scorso 26 gennaio a Milano, una serata di presentazione del «Sistema radio Mediamond». Ampi stralci di quella presentazione sono finiti proprio nel dispositivo dell’Antitrust e sono stati usati per dimostrare la posizione dominante del Biscione e quindi la necessità di intervenire. È l’Authority stessa a scrivere che nei documenti presentati a 1.200 esponenti di aziende, agenzie, centri media si parla di «leadership incontrastata» del sistema radio Mediamond, un sistema «in grado di raggiungere qualsiasi target nell’ambito della popolazione individui 15-64 anni», con «una grandissima audience (quasi televisiva)», e che può organizzare «eventi e attività cross mediali con la tv».
Anche nei rilievi sollevati da Mediaset in ambito di dibattimento all’Antitrust, qualcosa non è filato per il verso giusto. Per esempio, Mediaset dice che «i fatturati di Finelco sono sovrastimati, poiché includono le commissioni di agenzia». Come a dire che i dati pubblici di Finelco, quelli usati dalla stessa Mediaset-Rti per valutare l’opportunità o meno del suo investimento, non sono del tutto realistici (nel bilancio 2014 di Finelco, ultimo disponibile, si parla di ricavi per 83 milioni di euro e di un fatturato pubblicitario netto per 59,8 milioni di euro). E infatti l’osservazione di Mediaset viene severamente bacchettata dallo stesso Antitrust (punti 114-115-116 del dispositivo) sia nel merito sia nel metodo.
Un altro paio di considerazioni interessanti emergono poi dalla disamina dell’Antitrust sul mondo radiofonico italiano. Innazitutto, viene fatta una precisa distinzione tra radio prevalentemente giovanili (Virgin, Kiss Kiss, m2o), quelle con un pubblico maturo (i canali Rai e Radio 24), femminile (Radio Italia, Subasio), generalista (Deejay, R101, Rds, Rtl 102,5), maschile ma con un profilo più maturo rispetto alle generaliste (Rmc, Capital), maschile ma con un profilo più giovane delle generaliste (105).
Un secondo punto è il pericolo paventato da Rtl 102,5, Rds e il gruppo Espresso circa un ingresso massiccio di Mediaset nel mondo radio, tale da condurre a svalutazioni del mezzo e a forti sconti sugli spazi pubblicitari, nell’ordine del 7-9%: «Se i ricavi del mezzo radio dovessero calare del 7-9%, sarebbe a rischio il pareggio di bilancio per Rtl 102,5 e Rds», si scrive nel dispositivo Antitrust.

Claudio Plazzotta, Italia Oggi