La Roma cala il poker nel derby e affonda la Lazio. Pioli esonerato, al suo posto Simone Inzaghi

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Finisce 4-1 con reti di El Shaarawy, Dzeko, Florenzi e Perotti: non basta alla Lazio la reazione dopo lo 0-2, che porta a due legni e al gol di Parolo

roma calcio stadioPoker servito e calato dalla Roma sui tavoli dei derby e della lotta per la Champions: Lazio colpita e affondata per 4-1 da El Shaarawy, Dzeko, Florenzi e Perotti. La sconfitta è costata molto cara a Stefano Pioli che è stato esonerato, al suo posto l’allenatore della primavera Simone Inzaghi. E pensare che, dopo una miriade di sprechi, la banda Spalletti, colpita da Parolo per il momentaneo 1-2 con ancora venticinque minuti da giocare, ha persino rischiato di non vincere una gara dominata sin dalle prime battute e rimessa a posto nel finale. Adesso, con i tre punti di oggi e il Napoli fermato a Udine, per la Roma il secondo posto non è più una chimera irraggiungibile. Un quarto d’ora accademico di studio, con i giallorossi a prendere le misure e i biancocelesti piatti come una tavola da surf, poi si materializza la logica conseguenza di un incontro ravvicinato tra la squadra che segna di più (la Roma) e quella che incassa più gol (la Lazio) nei primi quindici minuti: Digne pennella in area per l’imponente stacco aereo di El Shaarawy che fa secco Marchetti e vale il vantaggio romanista. La Roma, grazie ai buchi lasciati aperti dalla sciagurata difesa laziale, potrebbe almeno raddoppiare e mettere in cassaforte il derby prima del riposo. E invece, specchiandosi troppo, commette il peccato di non chiudere i conti: un palo di Pjanic e una conclusione di Nainggolan solo due delle tantissime occasione non capitalizzate, per eccesso di leziosità, dalla banda di Spalletti. Per la Lazio, oggetto misterioso non pervenuto per tutto il primo tempo, è quasi un affare andare all’intervallo sotto di uno. La musica, però, non cambia neanche nella ripresa. La Roma spreca ancora l’impossibile con Salah, Nainggolan obbliga Marchetti a salvarsi con l’aiuto del palo e la Lazio resta a guardare. Per fare qualcosa di più Pioli ribalta l’attacco: fuori Matri e Candreva, dentro Klose e Keita. Qualcosina si intravede, ma non basta. Tanto che la Roma, dopo una semina infarcita di tantissimi regali, riesce a raccogliere il raddoppio: ennesimo break dell’indiavolato Nainggolan (atterrato da Hoedt, poi espulso per doppia ammonizione nel recupero), tiro dal limite di Perotti sul palo ma corretto in rete da Dzeko, appena entrato al posto di El Shaarawy. Il doppio svantaggio, con venticinque minuti e rotti da giocare, è come una secchiata d’acqua gelata in faccia che sveglia la Lazio: palo aereo di Hoedt e deviazione di Szczesny sulla traversa su una zuccata ravvicinata di Parolo. Segnali di quello che sta per accadere al 75’: cross per Klose, uscita scriteriata di Szczesny e Parolo riporta in vita la Lazio. Ultimo quarto d’ora da sentenze definitive: prima Klose sbaglia il colpo del pari, poi all’82’ Florenzi, con un diagonale, e all’87 ’Perotti, con un sinistro a giro, servono il tris provvisorio e il poker finale romanista. Gioco, partita e incontro: la Roma, dopo quello dell’andata, si prende anche il derby di ritorno, fortifica il terzo posto e sale a quattro punti dal Napoli secondo. Per la Lazio, invece, l’ennesima mazzata di una stagione concepita male, iniziata malissimo, proseguita peggio e destinata a finire nella desolazione più totale.

Matteo  De Santis, La Stampa