Il caso di Ignazio Marino è un magnifico esempio dei motivi per cui mezza Italia è disgustata dalla politica e rifiuta tutti i contendenti in scena. Da una parte abbiamo un sindaco non romano, che si è illuso di poter governare Roma, ci ha raccontato molte bugie, ha ignorato e mal gestito i problemi strapopolari (corruzione, trasporti, sporcizie… etc), e il massimo che si può concedergli è che fosse animato da qualche buona intenzione. Dall’altra parte, un partito che ha esonerato il sindaco, che aveva a suo tempo disinvoltamente imposto, senza riguardo per gli elettori che lo avevano portato al Campidoglio, andando da un notaio e mettendo in riga i consiglieri comunali; un partito che ha perso credibilità, per le contraddizioni e le giravolte. Quale potrebbe essere il nostro umore, se non un nauseato rifiuto e la ricerca di aria fresca e nuova? Ma ci si può illudere? Temo di no. Ho già riportato la folgorante sintesi di Corrado Calabrò: «La democrazia è malata perché le doti che servono per farsi eleggere sono opposte a quelle che occorrono per ben governare»
Cesare Lanza, Italia Oggi