I dipendenti di Mistral Air scioperano contro le mosse di Etihad

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Il timore dei sindacati è che il nuovo socio forte di Alitalia, advice incassato dalla Ue il via libera all’ingresso nella ex compagnia di bandiera, oggi non abbia più interesse a mantenere le rotte affidate per contratto a Mistral. Agitazione venerdì

alitaliaMistral Air nella turbolenza cerca di sopravvivere. I dipendenti del vettore delle Poste, “cooptato” in Alitalia due anni fa per dimostrare a Bruxelles la necessità di avere un socio forte come il colosso postale in Alitalia, dopodomani incroceranno le braccia. Il timore della Uil Trasporti e Anpav che hanno in canna 48 ore complessive di sciopero, le prime 4 delle quali venerdì prossimo dalle 14 alle 18, è che Etihad, incassato dalla Ue il via libera all’ingresso in Alitalia, oggi non abbia più interesse a mantenere le rotte affidate per contratto a Mistral. E da fine marzo il piccolo vettore perde i collegamenti da Ancora e Trieste verso Roma, entrambi affidati da aprile alla compagnia satellite arabo-svizzera Etihad Regional.
Sullo sfondo, quindi si intravede una progressiva riduzione delle operazioni e la susseguente chiusura del marchio fondato 35 anni fa dall’attore Bud Spencer, al secolo Carlo Pedersoli.
“Riteniamo inaccettabile che Poste Italiane, unica azionista di Mistral Air, ed Alitalia, di cui la stessa Poste, anche qui, è importante azionista, generino perdita di posti di lavoro di alta specializzazione presenti nel nostro Paese a favore di aziende straniere, in un contesto di crescita del mercato e senza dimenticare che sino ad oggi, non sono mancati notevoli interventi di sostegno anche pubblico alle stesse” dicono il segretario generale aggiunto Uiltrasporti Marco Veneziani e il Presidente di Anpav Massimo Muccioli. “Mistral Air sta riducendo il proprio perimetro, la propria flotta e, purtroppo, i propri dipendenti – spiegano i sindacalisti – per la cessione di rotte
italiane di Alitalia, sino ad oggi operate da Mistral Air, a vettori esteri, oltre a subaffittare propria attività ad altre compagnie dell’Est Europa, mettendo a rischio le sorti dell’azienda con la perdita immediata di oltre 50 posti di lavoro e in totale di circa 300 persone”.

La Repubblica