Il consiglio di amministrazione di Intesa Sanpaolo che sara’ eletto dall’assemblea del 27 aprile dovrebbe essere composto da 19 membri, for sale il numero massimo permesso dallo statuto, e nelle liste ci dovrebbe essere, secondo “la maggior parte” degli attuali consiglieri, un “adeguato bilanciamento tra la conferma di esponenti uscenti, in una logica di continuita’, e un significativo rinnovamento dell’organo nell’ottica di una innovazione e maggiore diversificazione delle esperienze apportate”. Sono gli auspici formulati dal consiglio di sorveglianza guidato da Giovanni Bazoli a proposito della composizione qualitativa e quantitativa del consiglio di amministrazione, il primo nella storia di Intesa Sanpaolo che sara’ eletto secondo il sistema di governance monistico. Il cds ha invitato i soci a depositare le liste “in tempo utile perche’ la societa’ possa pubblicarle almeno 30 giorni prima della data dell’assemblea”, vale a dire entro il 17 marzo. “L’avvio, l’efficacia e l’efficienza del nuovo modello monistico – si legge nella relazione – dipenderanno fortemente dall’autorevolezza professionale e dalla capacita’ e maturita’ dei membri del consiglio di amministrazione nel dialogare tra loro, condividere le decisioni”. Il consiglio di sorveglianza uscente valuta in 19 “o comunque in un numero compreso nella parte alta della fascia indicata dallo statuto, la dimensione quantitativa ottimale del futuro consiglio di amministrazione di Intesa Sanpaolo”, considerato da un lato “l’insieme delle funzioni di supervisione, gestione e controllo” dall’altro la necessita’ di garantire “la piu’ propria articolazione” ai comitati. Tra le conoscenze ed esperienze spetiche che il cds suggerisce agli azionisti di prendere in considerazione nello stilare le liste ci sono competenze “di tipo manageriale, di business corporate o imprenditoriale” e sulle strategie di internazionalizzazione, “eventualmente in virtu’ di esperienze in posizione apicale presso una grande banca internazionale”. Almeno due terzi dei consiglieri (e tutti e cinque i membri del comitato endoconsiliare per il controllo sulla gestione) dovranno essere indipendenti; alle ‘quote rosa’ sara’ riservato invece almeno un terzo del consiglio.