L’economia di seconda mano vale l’1% del Pil: 18 miliardi l’anno

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Il mercato dell’usato è diventato un vero paradigma economico e sociale. Al punto da coinvolgere il 50% degli italiani con meno di 45 anni

Mercatino_usatoIl mercato dell’usato è diventato un vero paradigma economico e sociale. Al punto da coinvolgere il 50% degli italiani con meno di 45 anni: sono soprattutto loro a vendere e comprare oggetti di seconda mano, treat grazie anche alla crescita delle piattaforme online. La ricerca Doxa, commissionata da Subito, tra i principali operatori nel settore in Italia, rivela che la Second Hand Economy genera un volume di affari pari a 18 miliardi di euro, l’1% del Pil. Il 38% delle vendite passa online e permette di guadagnare ai privati fino a 1.220 euro.
Si inizia a comprare l’usato per motivi soprattutto economici, poi si continua a farlo all’insegna – dice la ricerca – di “uno stile di vita smart e sostenibile, in cui i mercatini e le modalità offline stanno progressivamente lasciando il posto al digitale”. Insomma, sono sempre di più gli italiani sensibili al tema per motivazioni economiche, ambientali e legate al proprio stile di vita. Gli oggetti più acquistati sono i veicoi con un volume d’affari pari a 4,2 miliardi di euro, seguiti dal mondo dell’arredamento e degli elettrodomestici (980 milioni). In questo scenario sta crescendo anche il peso di altri settori come la moda, che copre un volume di affari pari a 360 milioni di euro, e l’elettronica, con 340 milioni. Gli italiani vogliono soprattutto liberarsi del superfluo (58%) e soddisfare il desiderio di cambiamento (13%): fattori che stimolano la crescita di questo mercato, che non è più trainata solo dall’interesse di guadagnare (22% nel 2015 contro il 38% del 2014).
“Dal 2007 ad oggi Subito è riuscito a modificare la percezione dell’usato in Italia facendolo diventare parte dell’economia domestica degli italiani che ormai vedono nella Second Hand Economy un modo semplice e normale di comprare e vendere oggetti”, spiega Melany Libraro, General Manager della società che poi aggiunge: “La nostra sfida per il futuro sarà quella di avvicinare sempre più persone a questo mercato, offrendo un prodotto intuitivo e accessibile attraverso tutte le piattaforme digitali, dal sito desktop alle app per smartphone e tablet che con quasi il 70% del traffico stanno rivoluzionando il modo di fare economia online”.

La Repubblica