Il 5 marzo 1876 nasceva la testata di via Solferino. In un numero da collezione, discount le firme più autorevoli (di ieri e di oggi) e una scelta di foto mai viste. Con una ricca infografica
La sede di via Solferino si sviluppa in un’insolita prospettiva un po’ sghemba, un po’ onirica, popolata da personaggi-chiave della storia del Corriere della Sera: il fondatore Torelli Viollier, Giuseppe Verdi, Indro Montanelli, Dino Buzzati. In primo piano, il display di uno smartphone ci proietta nell’informazione di oggi. Così appare nella bella copertina realizzata da Fabio Sironi. Il Corriere, del resto, non è solo un’istituzione dell’editoria nazionale; è anche un imprescindibile elemento toponomastico nel tessuto di Milano. In basso, campeggia in rosso un numero: 140. Sì, sono 140 gli anni del «Corriere». Del quotidiano di via Solferino. Che nacque la sera del 5 marzo 1876 nella sede originaria dentro la Galleria Vittorio Emanuele, da poco terminata, e che nel 1904 si trasferì nel luogo attuale, in un palazzo costruito appositamente da Luca Beltrami. Centoquaranta anni.
Potrebbe sembrare un anniversario anomalo da celebrare con uno speciale gratuito di ben 96 pagine, in uscita venerdì, ricco delle firme più prestigiose di oggi e di ieri che su queste pagine hanno scritto editoriali, reportage, saggi. Ma il caso ha voluto che i primi mesi del 2016 segnino una rivoluzione tecnologica e culturale nei contenuti che il Corriere offre ogni giorno ai suoi lettori: il lancio del nuovo sito con un grande sforzo di varietà e approfondimenti e la sperimentazione di linguaggi inediti, pensati appositamente per il web, che si affiancano a quelli consolidati, pur se sempre in evoluzione, della carta stampata. Tra chi ha già creduto in questo cambio di passo, sottoscrivendo un abbonamento al nuovo «Corriere» online, sono molti quelli che ci confessano di vivere tra le sorprese più emozionanti il poter usufruire di tutto l’archivio storico del giornale.
È un attingere a un’inesauribile miniera di articoli, notizie, curiosità che tracciano lungo 140 anni il profilo di un Paese. Passato e futuro qui si incontrano e si sposano. È con questo spirito che nasce il supplemento di venerdì: una carrellata di scenari, riflessioni, documenti attraverso dodici epoche del giornale (l’800, ogni decade del Novecento, gli anni Duemila): la storia d’Italia raccontata attraverso la sensibilità degli autori, ma sempre dal punto di vista del «Corriere», delle scelte dei suoi direttori, delle imprese dei suoi giornalisti più famosi. Un vero romanzo, perché il «Corriere» la storia d’Italia l’ha percorsa praticamente tutta, cercando in molte stagioni di dare alla nazione un faro di pensiero libero, laico, generato dalla parte più dinamica della società, quella più aperta al mondo. Come dice il direttore Luciano Fontana nel suo editoriale: «Il valore di un’informazione libera, obiettiva, indipendente seria e onesta è il bene più prezioso che quel 5 marzo ci ha lasciato in eredità».
Un giornale che si è opposto finché ha potuto al regime fascista, soccombendo poi alle direttive della dittatura pur mantenendo in alcuni ambiti i suoi spazi di autonomia, di originalità; che ha affrontato un periodo buio come quello della P2, uscendone rafforzato; che ha dovuto piangere due caduti, Walter Tobagi, assassinato da un commando terrorista nel 1980 e Maria Grazia Cutuli, uccisa in un agguato in Afghanistan nel 2001. La lista dei contributi all’inserto è sontuosa. A questi si aggiungono le firme del passato che abbiamo proposto in stralci di loro articoli famosi: sono piccoli assaggi dell’arte dello scrivere che si è esercitata nelle stanze di via Solferino. E poi le riflessioni di due scrittori agli antipodi generazionali, due collaboratori che hanno un legame affettuoso con il quotidiano di via Solferino, Claudio Magris e Silvia Avallone. Un altro autore, Paolo Giordano, tra le giovani firme più prestigiose del giornale, ha raccontato la sua esperienza di una giornata qualunque trascorsa al «Corriere», dalla riunione delle 8.30 del mattino, indirizzata a fare il punto sull’edizione web, fino al disegno in serata della prima pagina del giornale cartaceo. Insomma, un numero da collezione, stampato in un milione di copie. Oltre alla distribuzione in edicola e abbonamento sarà diffuso, anche nei giorni successivi, con iniziative mirate nelle principali città, nei luoghi di cultura e nelle scuole. Il 5 marzo, ancora una sorpresa per i lettori: il quotidiano avrà una sovracopertina speciale, realizzata apposta per noi dall’artista tedesco Anselm Kiefer: solo l’inizio di un 2016 di celebrazioni con molte iniziative. Il 5 marzo il Ministero dello Sviluppo economico emetterà un francobollo ordinario dedicato al quotidiano (valore: 0,95 euro), appartenente alla serie tematica «Le eccellenze del sistema produttivo ed economico» (a sinistra, il francobollo)
Questi 140 anni sono per noi giornalisti del «Corriere» un’occasione di rafforzare il senso di appartenenza e avere nuovi stimoli per affrontare con grinta e ottimismo le sfide del futuro. Siamo sicuri che alla fine della lettura dello speciale un po’ di questo sentimento sarà condiviso dai nostri lettori.
Corriere della Sera