Il gruppo di Giallo Zafferano, Studenti.it e Pianeta Donna fa gola a Mondadori e all’Espresso. News 3.0 vuole il Post e dice no all’Unità in cerca di soci
Nel gruppo Banzai la divisione di contenuti verticali vale 24, prostate 2 milioni di euro di ricavi nel 2015, ovvero il 10,3% dei ricavi complessivi del polo guidato da Paolo Ainio e Pietro Scott Jovane, che ha invece nell’e-commerce la sua attività core. Ufficialmente la business unit editoriale non è in vendita, come ribadito pure l’altro giorno dall’azionista di riferimento Paolo Ainio nel corso del summit dei Numeri Uno d’Italia, organizzato a Milano da Class Editori. Ma, informalmente, si tratta. In sostanza si parla di una struttura, Banzai Media holding, che edita siti molto celebri come Giallo Zafferano, Studenti.it, Pianeta Donna o Il Post, e che raccoglie la pubblicità sia per i suoi siti, sia per siti di terzi. La quasi totalità del fatturato arriva, appunto, dal mestiere di concessionaria. Sul dossier di Banzai Media holding ci sono il gruppo Mondadori, che, attraverso le parole dell’a.d. Ernesto Mauri, ha sottolineato al summit #Angar Italia come «se Banzai Media fosse in vendita sarei interessato», e pure il gruppo Espresso, che al momento, in base a indiscrezioni raccolte da ItaliaOggi, avrebbe presentato una informale offerta superiore a quella di Mondadori (e quindi oltre i 50 mln di euro). Nelle scorse settimane, invece, il gruppo News 3.0 di Matteo Arpe (Arpe che è pure socio al 21,2% di Banzai), aveva dimostrato interesse a rilevare solo Il Post, sito fondato da Luca Sofri e controllato da Banzai. Che, intanto, nei giorni scorsi, ha consolidato il suo controllo, acquisendo quote del Post attorno al 12% da una serie di soci, nel rispetto di accordi sottoscritti in epoche passate. Il 20 gennaio 2016, infatti, Luca Sofri ha ceduto a Banzai Media holding il 5% del capitale del Post, Claudio Caprara il 2,1%, Francesco Costa circa il 2% e i tre soci Arianna Cavallo, Giulia Balducci ed Emanuele Menietti circa l’1% ciascuno. Ora Banzai Media holding detiene, quindi, il 36,05% del Post, Kme partecipazioni e View different inc. una fetta del 18,80% ciascuno, Luca Sofri il 17,71% e Giorgio Gori, attuale sindaco di Bergamo, l’8,62%. In attesa dell’evolversi della vicenda Banzai Media, che dovrebbe chiudersi entro febbraio e per la quale Mondadori ha momentaneamente bloccato le sue mire di espansione nei periodici in Francia, il mondo dell’editoria italiana vive una fase piuttosto movimentata. Da un lato c’è il quotidiano Il Tempo, che, come già più volte anticipato da ItaliaOggi, ormai dovrebbe accasarsi nel gruppo Angelucci (editori pure di Libero) per una cifra attorno ai 12,5 mln di euro. Dall’altro, invece, c’è la situazione molto fluida dell’Unità. La testata, al momento, è portata in edicola dalla società Unità srl controllata all’80% dal gruppo Pessina costruzioni e al 19% dalla Fondazione Eyu (area Pd). Unità srl, però, ha solo in affitto la testata dello storico quotidiano, che invece è di proprietà della Nie, di cui, lo scorso 18 dicembre, si è chiuso il concordato preventivo in continuità aziendale. I nuovi soci dell’Unità dovranno ripianare il 21% dei passati debiti (ammontavano a 32 milioni di euro), ovvero circa 6,7 milioni di euro. Fino a oggi, però, non è ancora stata indetta la gara per vendere la testata. E il gruppo Pessina non sembra così disponibile ad accollarsi, da solo, le varie pendenze, soprattutto perché le vendite della nuova Unità non decollano (sotto le 7 mila copie), la raccolta pubblicitaria è molto bassa, e ci sarebbero già circa 300 mila euro di costi vivi da ripianare ogni mese. Si cercano, quindi, nuovi soci, come già anticipato da ItaliaOggi del 6 febbraio. E uomini di fiducia dell’Unità hanno provato a sondare pure News 3.0, che in passato aveva molto corteggiato il quotidiano del Pd. Questa volta, però, il polo editoriale di Arpe si è detto disinteressato: l’Unità appare come un giornale senza futuro, e il gruppo Arpe si è nel frattempo strutturato con Il Foglio (si veda box sotto), Lettera43, Pagina99, Rivista Studio e Undici. Ci sarebbe, invece, la volontà di allargare il network digitale di News 3.0, affiancando a Lettera43 altri siti da rilevare a costo zero.
Italia Oggi