Pier Silvio Berlusconi: rimaniamo nel settore della pay tv
Nessun accordo con Sky nella pay tv. Anzi. L’obiettivo di Pier Silvio Berlusconi, recipe a.d. di Mediaset, è «creare una base più solida di abbonati» per Premium, in un settore dove siamo e «vogliamo continuare a rimanere». La pay tv del futuro, secondo il numero uno operativo del Biscione, «avrà meno canali, tanti eventi, ci sarà un aumento del consumo non lineare. Già oggi in 600 mila utilizzano Infinity (l’offerta in streaming di Mediaset Premium, ndr) e altri 600 mila abbonati Premium usano invece regolarmente il servizio on demand Play. Gli abbonamenti complessivi di Premium hanno superato quota 2 milioni, l’arpu (ricavi medi da ciascun abbonato, ndr) è in crescita netta (oltre i 25 euro, ndr). E di fronte a un mercato della pay tv che in Italia ha perso il 20%, con un concorrente che ha i dati in calo, questi numeri per noi sono positivi, poiché i nostri ricavi, la spesa media e gli abbonamenti sono in crescita». Insomma, nessuna ipotesi di accordo con Sky nonostante gli scenari che sembrano emergere dalla inchiesta sulla spartizione dei diritti tv del calcio italiano: «Noi siamo tranquilli sulla inchiesta», ribadisce Pier Silvio Berlusconi, «nessun accordo con Sky, anzi, concorrenza esasperata. La pay tv è il loro core business e con noi di mezzo fanno fatica. Di parlare ci si parla, ma, ripeto, nessuna trattativa concreta». Quanto invece a possibili collaborazioni col gruppo Vivendi, che in Francia sta muovendosi parecchio sul fronte della pay tv, «con loro ci sono dei rapporti e sono ottimi. Ci sono degli ambiti di collaborazione, il rapporto è solido sia tra le aziende, sia tra le famiglie. Quindi, usando le parole dell’a.d. di Vivendi, Arnaud de Puyfontaine, tutto è possibile». A margine della presentazione della Fabbrica del Sorriso 2016, Pier Silvio Berlusconi si è anche soffermato sulla raccolta pubblicitaria del gruppo Mediaset: gennaio ha chiuso in crescita sullo stesso mese del 2015, e «anche per febbraio la sensazione è positiva. Sul mercato a livello generale, però, non c’è una forte ripresa». Riferendosi poi alla controllata Ei Towers e al ruolo che la società potrebbe svolgere nella futura nascita di un polo delle torri di telecomunicazioni, Berlusconi ha precisato che «la cosa importante è che ci sia un progetto italiano di aggregazione» per il settore delle torri di telecomunicazioni «e che ci veda partecipi». Ei Towers ha presentato un’offerta per rilevare una quota di Inwit, la società delle torri controllata da Telecom Italia. Alla gara partecipa anche la cordata formata dalla spagnola Cellnex e dal fondo italiano F2i. «È ovvio», ha aggiunto l’a.d., «che c’è la tendenza a creare un polo sulle torri. Farlo è una cosa banale, semplice e normale. Noi ci avevamo provato con l’opa lanciata su Rai Way, ma la politica ci ha fermato. Ora vediamo, qualcosa sicuramente succederà, noi vogliamo essere della partita». Infine, una battuta sul governo Renzi, «a cui, per ora, assegno la sufficienza, che è legata più alla voglia e alla spinta che alle cose realmente fatte. Io non sono nessuno per parlare, mi rendo conto che le difficoltà del nostro premier attuale e di chiunque abbia governato il nostro paese nel far succedere le cose sono enormi. Ma, rispetto alla spinta iniziale, alla voglia di cambiare, mi sembra che il rallentamento sia stato forte». Il titolo Mediaset ha chiuso ieri la seduta a Piazza Affari con un +7,58% a 3,264 euro.
Claudio Plazzotta, da ItaliaOggi