Il comparto accelera sulle aggregazioni. Castagna (Pop Milano): “Le strade aperte sono ancora due”, nurse ma l’ipotesi di matrimonio con Ubi si allontana anche perché Massiah guarda verso Mps. Al tavolo delle fusioni anche Vicenza e Veneto banca, healing ma solo dopo la quotazione
La Borsa scommette sul risiko bancario, l’agenzia di rating Standard&Poor’s vede segnali di ripresa, ma ritiene necessaria un’aggregazione del comparto. D’altra parte per gli analisti il comparto che già ha “accumulato un grosso stock di crediti deteriorati”, soffre di rigidità strutturali e scarsa efficienza oltre che di un’eccessiva frammentazione e quindi difficoltà nel conseguire economie di scala.
A spingere una “una fase di consolidamento fra banche regionali e locali” potrebbe essere anche la riforma della banche popolari. Un’ipotesi che i diretti interessati non smentiscono. Il mercato, in particolare scommette sulla rapida fusione tra il Banco Popolare e Banca Popolare di Milano, mentre si allontana l’ipotesi di un matrimoni a tre fra Bpm, Ubi e il Monte dei Paschi di Siena. Sull’operazione tra la banca veronese e la Pop Milano, invece, sarebbero arrivati segnali positivi sia dal Tesoro che dalla Bce, che avrebbe tranquillizzato sulle necessità patrimoniali dell’aggregato post-fusione, placando almeno in parte i timori del fronte milanese sul peso delle sofferenze in pancia al Banco. Il piano di fusione potrebbe prevedere maggiori sinergie; dal punto di vista della capitalizzazione, sommando per semplificazione i due titoli si avrebbe una realtà prezzata dal mercato intorno a 6 miliardi di euro. Non è l’unico fronte caldo: si torna a parlare di un’ipotesi di fusione tra Mps e Ubi Banca. Ieri la banca senese ha diffuso i risultati in linea con le attese e Viola ha detto che l’ipotesi di fusione con Ubi presenta aspetti positivi dal punto di vista industriale, pur ribadendo che non ci sono opzioni sul tavolo.
“Speriamo di chiudere presto, anche per la mia salute psicofisica” ha detto margine dei lavori di Assiom Forex il consigliere delegato della Bpm, Giuseppe Castagna. Il banchiere non ha dato altri dettagli, ma ha aggiunto: “Per me le strade sono ancora due” e anche le discussioni con Ubi Banca restano aperte (“Non ho avuto notizia del contrario”, ha spiegato). E il consigliere delegato di Ubi, Victor Massiah, tiene la porta aperta: “Noi siamo disponibili, ma dovete chiedere a loro”. Al momento, però, l’ipotesi di un matrimonio delle due banche appare sullo sfondo, dal momento che si è registrata un’accelerazione tra Milano e il Banco popolare: “L’aggregazione con Bpm non è ancora fatta, ma spero si possa fare in tempi brevi” ha rotto gli indugi l’ad del gruppo veronese Pier Francesco Saviotti.
Anche per questo motivo, dunque, Massiah si guarda intorno. Per il momento non – spiega – non c’è alcun dossier aperto su Mps, ma il banchiere non avrebbe “alcuna pregiudiziale” a patto di fissare paletti precisi: “I parametri sono la creazione di valore e la semplicità della governance” e poi c’è il tema bad bank perché ancora “non c’è una completa chiarezza regolamentare, dobbiamo comprendere meglio il funzionamento delle garanzie”. Massiah ha comunque escluso che ci siano pressioni da parte del governo per una fusione Ubi-Mps. E l’ad della banca senese, Fabrizio Viola, si limita a dire: “Per il momento non c’è nulla”. Quanto alla sofferenza è probabile che “Mps utilizzi le garanzie del governo”.
Interessata ad aggregazioni anche la Banca Popolare di Vicenza “con calma e pari dignità” con banche aventi “dimensioni simili”; il processo però avverrà solo dopo il collocamento dei titoli e la quotazione in Borsa. Lo ha affermato l’amministratore delegato dell’Istituto Francesco Iorio: “Faremo l’assemblea e poi il collocamento c’è molto interesse sul territorio, confido che tutto vada bene”.
Sulla stessa lunghezza d’onda anche Cristiano Carrus, ad di Veneto banca: “Guardiamo alle aggregazioni, ma non siamo particolarmente attivi, tocca i grandi iniziare, ma poi da quotati e capitalizzati ci potremo sedere anche noi a quei tavoli. Il nostro percorso non finisce in Borsa. Con la Popolare di Vicenza abbiamo uno stretto rapporto sul territorio, che non riguarda assolutamente operazioni di aggregazione”
“Repubblica”