La Camera ha approvato il ddl che introduce il reato, treat ma passa emendamento Fi a voto segreto malgrado “no” dell’esecutivo. Il premier: “Infastidito dalle beffe dai banchi dell’opposizione con i parenti delle vittime presenti”. Da modificare la norma che prevedeva l’obbligo di arresto anche per l’automobilista che si fermava per soccorrere la vittima
La Camera dei deputati ha approvato con 346 voti il ddl che introduce il reato di omicidio stradale. Il testo, sales modificato in aula, doctor dovrà tornare in Senato. Il governo è stato battuto nell’Aula della Camera su un emendamento di Fi alla proposta di legge sulla introduzione dell’omicidio stradale. L’Assemblea di Montecitorio ha approvato a scrutinio segreto un emendamento di Francesco Paolo Sisto con 247 sì e 219 no malgrado il parere contrario del governo.
A Porta a porta, il premier Matteo Renzi non ha dato particolare peso al passaggio parlamentare negativo: “Ci sta di andar sotto su un emendamento, può succedere”. Ad infastidirlo realmente, ha tenuto a sottolineare Renzi, il fatto che “dai banchi di tre gruppi dell’opposizione si siano alzati per sbeffeggiare il governo quando in tribuna c’erano i parenti delle vittime”. In ogni caso, ha concluso Renzi, “credo che la legge al Senato sarà approvata”. Il nodo del contendere è la modifica della norma che prevedeva l’obbligo di arresto anche per l’automobilista che si fermava per soccorrere la vittima. Proprio questo ha comportato la mancata approvazione in via definitiva del ddl. Ecco il testo dell’emendamento: “Il conducente che si fermi e, occorrendo, presti assistenza a coloro che hanno subito danni alla persona, mettendosi immediatamente a disposizione degli organi di polizia giudiziaria, quando dall’incidente derivi il delitto di lesioni personali colpose non è soggetto all’arresto stabilito per il caso di flagranza di reato”.
Il percorso legislativo dell’Omicidio stradale insomma non trova pace. E già perché dopo il primo via libera della Camera, l’Ok del Senato dello scorso dicembre ora il DDL sul nuovo reato di omicidio stradale è tornato di nuovo dalla Camera, in quella che è stata la quarta lettura. Ma non basta ancora. Lo stop di oggi è insomma una vera e propria doccia fredda che in pochi si aspettavano: a Montecitorio si erano già radunate in mattinata tutte le associazioni di sicurezza stradale che avevano lavotato a lungo sull’introduzione di questa norma e lo stesso vice ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Riccardo Nencini, aveva già dato appuntamento a tutti nella sala stampa della Camera alle 15.30 per i commenti di rito.
Ma è stato lo stesso Nencini poi a spiegare la situazione: “La legge sull’omicidio stradale rimane completamente valida e assolutamente condivisibile. E’ una norma necessaria. Necessaria per aumentare il livello di sicurezza sulla strada e per punire più severamente e con maggiore giustizia chi, ubriaco o drogato, uccide alla guida di un auto. Quello di oggi va annoverato tra gli incidenti di percorso e nulla di più. Consiglio di non strumentalizzare politicamente un caso parziale di fronte alla ‘giustizia giusta’ e al dolore delle famiglie”, conclude Nencini.
In ogni caso non si può dimenticare che il Governo sia stato battuto in aula nonostante il DDL sia stato modificato prima di tornare alla Camera dopo un vero e proprio braccio di ferro fra Asaps-Associazione Lorenzo Guarnieri ed altri promotori della norma con il Governo Già perché l’omicidio stradale dopo Sit In e proteste, era stato profondamente rivisto, nel punto dell’obbligo di arresto in flagranza per i pirati della strada che uccidono al volante: le manette scattavano solo per i casi più gravi, ossia quando il guidatore veniva trovato in stato di ebrezza con un tasso alcolemico superiore a 1,5 grammi per litro o sotto l’effetto di droghe. In questi casi era stato previsto l’arresto da 8 a 12 anni (nella versione precedente l’obbligo di arresto in flagranza scattava sempre per il reato l’omicidio stradale ed era facoltativo per le lesioni personali stradali).
Ma perché si discute tanto di questa legge? Oggi ci sono in Italia 3.385 morti l’anno (dati Istat 2013) quasi 10 al giorno, siamo ancora in assoluto il Paese d’Europa col maggior numero di vittime sulle strade. Anche il numero dei morti per milione di abitanti, media UE 51,4, ci vede ancora al 14° posto con 56,2 vittime. E l’omicidio stradale aiuterà a combattere questa piaga perché nella pirateria stradale i casi di recidiva sono altissimi. Non si tratta insomma di vendetta, ma solo di prevenzione.
Immediate le polemiche: appena sullo schermo è apparso l’esito dello scrutinio segreto in Aula sull’emendamento Sisto c’è stato un boato dai banchi del centrodestra e Renato Brunetta ha portato l’affondo: l’ok all’emendamento del deputato FI, contrari maggioranza e governo, “apre un problema politico sulla maggioranza, un problema politico che non può passare inosservato. Chiedo sia aperta una riflessione”. A strettissimo giro gli replica l’omologo Pd. “Il Parlamento ha così deciso e noi rispettiamo, non drammatizziamo. Brunetta – chiosa Ettore Rosato – evidentemente è in crisi di astinenza da mozione di sfiducia”.
“Il governo – commentano i componenti M5S – va sotto su un aspetto che già alla prima lettura avevamo evidenziato per l’evidente pregiudizio cagionato alle vittime stradali nelle misura in cui veniva previsto l’arresto in flagranza a prescindere se chi causa l’incidente soccorra la vittima o meno”.
“Un segnale chiaro del fatto che questa legge non la vogliono – spiega Giordano Biserni, presidente Asaps – perché questo problema non è stato discusso prima? L’emendamento testimonia la scarsa attenzione al problema. Siamo molto preoccupati perché nel frattempo le vittime da incidenti stradali aumentano vorticosamente. E quando una legge non trova uno sblocco concreto dopo quarto passaggi parlamentari significa che c’è una precisa volontà di affossarla”. Sul tema è intervenuta anche la vice capogruppo del Pd alla Camera Alessia Morani, che è stata relatrice del testo sul reato di omicidio stradale a Montecitorio: “Ora andiamo dritti al Senato – ha commentato – quello di oggi è solo uno stop temporaneo su una legge giusta. La porteremo a casa comunque: la legge sarà approvata così come esce dalla Camera. Nessuna lettura politica del voto di oggi, chi lo fa e’ in malafede. Rivolgo un pensiero alle associazioni dei famigliari delle vittime della strada che oggi erano presenti in aula per il voto finale su una legge che avrebbe reso loro giustizia. E a loro dico di stare tranquilli perché non indietreggeremo sui nostri impegni”.
di Vincenzo Borgomeo “Repubblica”