Intervista di Cesare Lanza per il settimanale Sette del 2000
SILVANA PAMPANINI
Quella volta che Orson Welles allungò le mani…
Quando arriviamo al ristorante di Roma Il Bolognese, in piazza del Popolo, frequentato dalle persone famose e come sempre da tante altre che vogliono vedere a due passi di distanza le persone famose, tutti gli occhi sono su di noi.
Che importa l’età? Silvana Pampanini è stata una delle donne piu’ belle del mondo, miss Italia nel 1946, interprete di decine di film che hanno turbato (senza nudo e senza volgarità) i desideri segreti di milioni di maschi vogliosi. Oggi, come allora, e’ una diva: perche’, come e’ noto, divi si nasce. Alta e forse altera, magra, imperiosa, ingioiellata, un imponente casco di capelli, gli occhi enormi incuriositi da tutto, sorride saluta e si muove come se fosse in palcoscenico, con le luci dei riflettori accese sulle sue memorabili curve. L’ho appena conosciuta e già ne sono conquistato. Mi invita a darci subito del tu. Silvana Pampanini è una donna allegra, coinvolgente, di simpatia irresistibile. Liquida le ordinazioni rapidamente. Adora il bollito, ma rinuncia perchè non c’è la testina, di cui è ghiotta. Intanto spazzola via, con prese rapide e regali, un piatto di mortadella, in quadratini, che il Bolognese offre ai suoi clienti, per ingannare l’attesa (e, siccome sono occupato a prendere appunti, si scusa e ironizza sui miei sguardi invidiosi). Pasta, carne e lambrusco freddo. E mai un’intervista è filata via, come stavolta, libera e sincera, tra la suggestione dei ricordi, le battute, le staffilatine alle rivali di ieri e alle eredi di oggi, la voglia di togliersi fastidiosi sassolini dalle scarpe: con grande allegria e qualche inevitabile momento di malinconia.
– Una curiosità di sempre: chi ti ha chiamato, per primo, Nini Pampan?
“Il direttore del Figaro, che voleva fare un titolo scherzoso. I giornali mi volevano bene. Mio padre, Francesco, era direttore della tipografia dove si stampava il Momento sera di Realino Carboni, un quotidiano popolare di Roma, spesso irriverente. Ai miei esordi pubblicarono una recensione simpatica su di me, poi i giornalisti dissero a mio padre: “Non sapevamo che fosse tua figlia, non sapevamo che avessi una figlia cosi bella!”. E mio padre, che era anche un grosso pugile, agitò le mani: “Se ne aveste scritto male, avreste dovuto fare i conti con queste”. II bello e’ che…”
– Si?
“Il bello è che mio padre non voleva che facessi spettacolo. Papà non voleva, mamma nemmeno, come dice la canzone, e al concorso di Miss Italia, che allora si teneva a Stresa, arrivai timidamente: per la prima volta, pensa un pò , con i tacchi alti e le calze lunghe. Una ragazzina che scatenò un finimondo.”
– Perchè? Cos’era successo?
“La giuria aveva premiato un’altra ragazza e il pubblico si scatenò per protesta: pugni, spintoni, le sedie che volavano… Furono costretti a rifare il verdetto e a proclamarmi vincitrice ex aequo, ma neanche questo bastò a riportare la calma.”
– Insomma, piaci. Sei piaciuta subito. Hai fatto girare la testa a milioni di uomini.
“Ma non mi sono mai sposata. Vedi, io penso che il matrimonio sia una cosa seria. E bisognerebbe sposarsi solo per amore.”
– Vorresti dire che non ti sei mai innamorata?
“Ne parleremo tra un pò. Prima fammi finire il concetto: io ho avuto tanti corteggiatori, ma non li ho mai né sfruttati né accettati. Se vuoi scriverlo, questa si che è una cosa rara.”
– Chissà che ebbrezza e che senso di potere, sentire sempre intorno a se’ il desiderio degli uomini.
“Non posso negarlo. A parte gli attori e i produttori, quelli dell’ambiente, mi corteggiavano anche alcuni capi di stato… Mi viene in mente Jimenez, il presidente del Venezuela. E Fidel Castro.”
– Fascinoso?
“Macche’. Troppa barba.”
– Nell’ambiente, però, chissà quanti flirt.
“Mai.”
– Come, mai? Vorresti dire che hai frequentato gli attori piu’ attraenti e brillanti e non hai mai avuto un flirt?
“Senti, parliamoci chiaro. Che vuol dire flirt? Se dici fare l’amore, avere una storia: mai. Se dici un bacetto, una cosetta: vabbè, si.”
– E’ incredibile.
“Senti: io sono di una famiglia per bene, di principi sani e antichi, come si dice. E Ii ho mantenuti. Ho pubblicato con un editore amico, Gremese, un libro sulla mia vita e ho voluto dargli apposta questo titolo: “Scandalosamente per bene”. Ho fatto tanto scandalo, ma sono per bene.”
– Mica fare l’amore con un attore amico significa essere per male.
“Ah, no. L’amore si fa solo se si è innamorati. E io mi sono vietata di fare l’amore con personaggi dello spettacolo, di innamorarmi di loro, perche’ capivo subito che si trattava di cose fragili.”
– E quindi?…
“Ho avuto i miei innamoramenti, i miei amori. Ma mai fino al punto di sposarmi. Tutti segreti, credo: com’e’ giusto. Una sola volta sono arrivata al limite del matrimonio…”
– E poi?
“Lui è morto, un mese prima delle nozze.” (Si commuove: “L’unico, vero grande amore della mia vita. L’unico uomo, mio per sempre”). Era gelosissimo. Ma di Silvana, di Silvanella come mi chiamavano gli intimi, non della diva. Ho sempre in mente i suoi occhi con i riflessi verdi… Dopo la sua morte, sono rimasta attaccatissima alla sua mamma, sono rimasta la sua figliola. E fino a quando e’ vissuta l’ha sorretta la mia fedeltà. Che dolore. Troppo forte, il dolore. E ingiusto. Non desideravo che lui.”
– Nella politica, un personaggio che ammiri?
“Andreotti. Un mio grande ammiratore: questa ragazza, diceva, andrà lontano. Ed e’ stato l’unico a farsi vivo, di un certo tipo di mondo, quando sono mancati i miei genitori.”
– Hai conosciuto tutti. Vorrei i tuoi giudizi sui protagonisti dello spettacolo: visti da vicini, nella quotidianità, fuori dal lavoro. Alberto Sordi, per cominciare.
“Un fratellone, un pò tirchio, anzi molto tirchio, ma buono. A proposito di matrimonio una volta lui ha detto che non si è sposato perche’ io gli ho detto no.”
– Massimo Girotti.
“Un conquistatore timido.”
– Marcello Mastroianni.
“Un bambinone capriccioso. Sapevo tutto di lui e lui mi supplicava di tenere il silenzio sulle sue avventure.”
– Federico Fellini.
“Grande. Ma anche sporcaccione, con un’idea fissa. Voleva che facessi le porcherie con lui…”
– Porcherie?
“Cosi diceva. Accattivante. E io: non le faccio perche’ sei uno stronzo. Affettuosamente, s’intende.”
– Mai coinvolta in un’orgetta, una festicciola? Anche solo per curiosità?
“Ma insomma, lo vuoi capire o no che tipo di donna sono stata? Io la sera non dormo se prima non dico le preghiere. E pensate pure che sono una provinciale. Nei miei contratti c’è sempre stata una clausola: il nudo, mai. Tanto, per sedurre, basta uno sguardo, un pagliaccetto, mostrare e non mostrare. E a certe ragazze di oggi, anzichè scoprirsi, sarebbe conveniente coprirsi. Orge? Anche nel cinema ero attenta: quando girammo Margot di Bourgogne, le orge si sprecavano, ma il corpo non era mio, c’era una controfigura. Se vuoi parlare di nudo, parla con la Sandrelli. Io i film di Stefania Sandrelli non sono mai andata a vederli, ma lei di nudo ne ha fatto tanto.”
– Orge a parte, come sei, quando fai l’amore? Te lo chiedo perche’ milioni di uomini della mia generazione hanno avuto questo sogno impossibile…”
“Se sono innamorata, parlo di amore vero e naturale, ci sono tante cosine belle da fare…”
– Fiera della tua bellezza?
“Credo di essere una bellezza rara: di brune come me c’e’ stata solo Ava Gardner”.
– Andiamo avanti con i ricordi. Luchino Visconti?
“Aveva una villa a lschia vicina alla mia. Un marpione di classe.”
– Alain Delon?
“Sentimentale, un pò carogna. Spregiudicato. Quanto soffriva Romy Schneider, per il suo rapporto con Visconti…”
– Ma se Delon ha detto di avere avuto solo due rapporti, con Visconti.
“Si, ciao! Lasciamo stare. Parliamo dell’amore tra Alain e Romy, ch’era stupendo, e lui innamoratissimo. Le e’ sempre stato vicino, fino alla fine.”
– Pietro Germi.
“Intuito forte, anche per il genere brillante. Ma sempre serio, severo.”
– Roberto Rossellini?
“Seduttivo, sprecone nei regali: gioielli, pellicce, giocattoli…”
– Totò?
“Mi amava tanto. Sono arrivati a dire che Malafemmena l’ha scritta per me. Mi diceva che avrebbe voluto sposarmi..”
-…e dai!
“…e, da vecchio gentiluomo, ne parlò anche con mio padre. Era un rubacuori Totò. Uscivamo spessissimo a cena, ma sempre con mio padre e mia madre. Non ha mai cercato di baciarmi.”
– Vittorio De Sica?
“Simpatico, buono, meraviglioso. E quanto giocava, se entrava in un casinò…”
– Jean Gabin.
“Mangiava molto aglio, come tanti francesi. Una volta, in un film, dovevamo darci un bacio, ma io non ce la facevo. Per di piu’, io ero in baby doll sul letto, lui stravaccato… e a un certo punto il suo stomaco comincia a gorgogliare come una vaporiera. Ci e’ presa una ridarella”
– Jean Louis Trintignant.
« Ah, lui oltre all’aglio si pappava anche la cipolla. Dio mio!”
– Pierre Brasseur.
“Una furia.”
– Ugo Tognazzi?
“Era un gran bravo attore, ma si era montato la testa. Mi dispiace dirlo, ora che non c’e’ più. Una volta, dopo Il vizietto, fece finta di non riconoscermi… mi guarda..non mi saluta. E io penso: questo è impazzito. E dire che, se quando giravamo un film, io avessi detto: Tognazzi non lo voglio, lui non avrebbe lavorato.”
– E gli scrittori? Alberto Moravia?
“Schivo, riservato. Era difficile avere un dialogo.”
– Pasolini?
“Requisito dalla corte dei suoi amici.”
– Sofia Loren?
“Faceva la comparsa con me. Fui io a farle avere la prima particina, perche’ me lo chiese Carlo Ponti. Comparse: come Silvana Mangano, Gina Lollobrigida…”
– Ecco, la rivalità con la Lollo.
“Gina si sente, anche adesso, la piu’ grande, la piu’ bella. Ma da quando si è lasciata con il marito, Milko Skofic, non ha più fatto niente. Per La Bella di notte, erano previste scene di nudo, mio padre e io dicemmo di no e io consigliai: chiamate Gina…”
– Scusami, ma mi sembra che delle tue ex rivali parli con un pò di aria di superiorità…
“Dico le cose come stanno. Gina era una comparsa e la feci prendere io, era vestita da ciociarella, nel Segreto di Don Giovanni. Ma con me… Già d’altezza la sovrasto. E se ha fatto la bersagliera, lo deve a me.”
– “Gratitudine?”
Non scherziamo. Certo le persone corrette ci sono: Valentina Cortese: grande classe, amicizia leale, una signora vera, intelligente. Quanto alle altre…. gratitudine!… Non ridiamo. Anche Lynda Christian deve a me il fatto di aver potuto sposare Tyrone Power. Perchè io magnanimamente gliel’ho lasciato.”
– E com’era, Tyrone Power?
“Due occhi stupendi e una sola cosa infelice: la pelle grinzosa delle mani, come uno scimpanze’. Peccato.”
– Torniamo alle rivali. Silvana Mangano?
“Ha fatto quattro figli meravigliosi. Non capisco come un uomo importante e intelligente, De Laurentiis, possa averla lasciata senza pensare al suo avvenire.”
– In che senso?
“Per i mezzi economici. Almeno cosi mi hanno detto. Dino mi faceva una corte spietata. Mi mandava a prendere con una limousine pazzesca, per farmi impressione. Una volta c’era Silvana e l’ho pregata di mettersi in mezzo, cosi Dino non poteva fare il furbo…”
– Allungava le mani?
“Tutti allungavano le mani. Il peggiore, Orson Welles: una volta a Roma, gli ho mollato due bei ceffoni in faccia, per farla finita.”
– Ce ne sarà stato uno almeno, educato.
“William Holden. Il più bello. Lui portava i pantaloni all’italiana, e non come fanno gli americani, ridicoli, quasi allo stinco!”
– Parliamo delle tue eredi di oggi, in cinema e tivù. II primo nome che viene in mente, per somiglianza, è Sabrina Ferilli.
“Somiglianza? No, no, no e no.”
– La Cucinotta?
“No, no,no, no, no e no. Ricordati: aggiungi due no! Ma quant’è lunga, di narici, la Cucinotta?”
– Anna Falchi?
“Ho capito, mi vuoi offendere.”
– La Barale?
“Tutta un’altra cosa.”
– Simona Ventura?
“E qual è? Dai, non scriverlo: se no, mi odia.”
– Mara Venier?
“Essere sua ospite e’ una gioia, non e’ come le altre. Ha vissuto bene il passaggio tra cinema e televisione:”
– E le bellezze straniere? Naomi Campbell?
“Ne ha fatte tante, eh? Molto carina, comunque.”
– Madonna?
“Va vestita col reggiseno di metallo e sfrutta la situazione con le mutandine. Certo prende le folle. Ma combinarsi cosi… lo non ricordo una canzone di Madonna.”
– Sharon Stone?
“Macche’. Preferisco Julia Roberts: e’ quella che più mi assomiglia, lei si.”
– Finalmente. Passiamo ai maschi: Raul Bova.
“Veramente bello.”
– Michele Placido.
“Bravo, mi piace. Ha classe.”
– Castellitto?
“Anche lui molto in gamba, si.”
– Sbaglio o per i maschi hai maggior tenerezza?
“Non dico mai bugie.”
– Un uomo di grande fascino che hai conosciuto?
“Aristotele Onassis: tanto brutto quanto simpatico. Una volta, a Capri, proprio sotto la sua mega nave, Cristina, ero nella mia barchetta, Mon reve, con un paio di amici: mangiavamo gli spaghetti sciuè sciuè, ridendo e scherzando. E vedevamo questa tavola lunga lunga, da una parte Onasiss e dall’altra Jackie Kennedy, che erano serviti in silenzio da tanti camerieri: tutto molto triste. Uno dei miei amici, Gege’ Girosi, gridò: “Silvanella, lui avrà tanti miliardi, ma noi siamo piu’ felici. Povero Onassis!” E le parole, amplificate dal vento, arrivarono a Onassis. Perchè un mese dopo, in un ricevimento a Manhattan dal console italiano, arrivò proprio lui e venne subito da me, sorridendo: “Silvanella”, disse “io sono il povero Onassis.” Mi sentii sprofondare. Lui, simpaticissimo, aggiunse: “Se mi aveste chiamato, vi avrei raggiunto anche a nuoto, per mangiare sciuè sciuè!”
– Non hai ceduto neanche a Onassis?
“Tu non vuoi capire che io sono stata, e sono, difficile. Mi viene in mente Gianni Agnelli: in barca, a Porto Cervo, seducentissimo. Un grande fascino. Ma un peccatuccio con lui non lo avrei mai fatto. Perchè lui di peccatucci ne ha fatti troppi e con troppe. E io non voglio considerarmi una delle troppe, e neanche delle tante. Come quell’altra volta che…”
– Avanti.
“In Sardegna incontro il famoso e potente Camillo Crociani, che mi fa una grande corte. Era presidente della Finmare. Però era sposato e non aveva ancora avuto il divorzio, non potevo dargli retta. Lui era con la sua compagna, quella che poi ha sposato… Una che ostentava i gioielli favolosi che lui le regalava, dicendo questi li ho solo io e la duchessa di Windsor, e se le mandavi i fiori diceva che odiava i fiori e diceva di amare piu’ i cani dei bambini… Camillo un giorno voleva prestarmi il suo elicottero e lei no, l’elicottero serve a me, deve posarmi sugli scogli per fare il bagno. Come si scusò, Crociani! E che scenata dev’esserci stata, tra di loro.”
– I potenti visti da vicino… Un ricordo divertente?
“Un’estate, Michele di Borbone (non so se sia potente, ma il sangue blu c’e’) si era messo a fare il sub. Risale e ci annunzia: ho perso un dente. Di quelli avvitati. Però so esattamente dove l’ho perduto. Torno giu’ e lo prendo… E così fa, riemerge e ha il dente in mano, e se lo riavvita sotto i nostri occhi.”
– E degli attori?
“Aldo Fabrizi: dio quanto mangiava. A teatro, tra un atto e l’altro, si divorava un piatto di fagioli con le cotiche. Una volta Vittorio Gassman e io, e c’era anche Amedeo Nazzari, per scherzo mentre lui era in scena gli portammo via tutto. Avresti dovuto vedere la sua faccia malinconica, i suoi occhi, quando è tornato in camerino. Gridò: e io ora che me magno? Come faccio a recitare?”
– Facciamo un bilancio, Silvanella. Come ti definiresti?
“Una domatrice. Ma dolce, miciona.”
– Un piccolo sogno irrealizzato?
“Fare il bagno nuda, ovviamente da sola: uscire dall’acqua nuda, con i seni – che sono sempre quelli di una volta – al vento!”
– Addirittura. Mai un bagno a seni scoperti?
“Mai. Sono pudica. Il mio bikini – piccolino piccolino – c’è sempre. E poi il sole fa male ai capezzoli, i capezzoli vanno protetti.”
– Rimpianti veri, Nini Pampan? Nella professione?
“lo parlo e dico quello che penso. I potenti del cinema da un certo punto in poi mi hanno bloccata. Quasi una congiura. Ma non rimpiango niente.”
– Nella vita? Non esserti sposata, aver fatto una famiglia tua…?
“Per il matrimonio no, nessun rimpianto. Per i figli, si. Mi e’ dispiaciuto molto non diventare madre. Un senso di vuoto, di mancanza. Anche se penso a tanti miei amici che hanno avuto immensi dolori dai figli…”
Nella tenera notte di Roma la lascio, senza avere il coraggio di confidarle i turbamenti che Nini Pampan mi dava, quand’ero al ginnasio, e circolavano le sue fotografie (mai nude, mai sguaiate), di banco in banco. La saluto baciandole la mano e penso: se le facessi questa confessione, Lei certo mi risponderebbe “Perché? Forse adesso non sono piu’ capace di provocare turbamenti?”, e io dovrei risponderle di si, il profumo di femmina non ha età.
Cosi, davanti al portone della sua casa di sempre, al Flaminio, un po’ stupidamente, le chiedo invece:
– Un desiderio finale?
E lei, seriamente: “Mi piacerebbe, quando arriverà quel giorno, avere accanto qualcuno che mi curasse come io ho curato il mio lui… come ho curato i miei genitori. Qualcuno che mi vesta, come io ho vestito loro, che mi prepari, che mi accomodi nell’ultima casa.”
Le ho sussurrato: – Che bel pensiero. E non hai paura della morte?
“Certamente no. Pensa, quanti amici troverò. E pensa alle folle che mi aspetteranno anche lassu’, i fotografi, la televisione…”
E scompare dietro il portone, senza voltarsi, lasciandosi alle spalle una risatina ironica e leggera.
Una diva, signori, e’ sempre una diva.
Sette, settembre 2000