Entro i prossimi tre anni il 30% dei servizi sanitari nel mondo utilizzerà le intelligenze artificiali, come il supercomputer Watson, come aiuto per diagnosi e terapie, e il 50% degli interventi chirurgici verrà eseguito con il supporto di dispositivi tecnologici. Lo prevede un rapporto del centro studi Idc Health Insight, secondo cui il rovescio della medaglia sarà un aumento dei cyberattacchi alle cartelle cliniche elettroniche, con una su tre negli Usa che sarà a rischio già l’anno prossimo.
Il primo campo di applicazione dei supercomputer, in grado di elaborare sia le informazioni presenti nei database delle malattie sia quelle relative al paziente come i risultati di un esame, saranno i tumori più complessi, metà dei quali sarà curata grazie anche a questi dispositivi con una riduzione delle morti e dei costi del 10%. “Il cancro sarà la prima malattia studiata – afferma al sito Computerworld Lynne Dunbrack, curatrice del rapporto – perché il suo trattamento tende ad essere tra i più costosi, e il modo in cui procede cambia da paziente a paziente”.
Il rapporto prevede anche un vero e proprio boom di servizi di telemedicina, sempre più legati anche al cosiddetto ‘internet delle cose’, con sensori sempre più sofisticati in grado di fornire dati utili ai medici. Se la tecnologia applicata alla salute avanza a grandi passi, sottolinea il documento, non si può dire lo stesso per gli aspetti legati alla sicurezza informatica. “In parte l’aumento delle frodi è dovuto anche al fatto che ci sono sempre più dati in rete – sottolinea l’esperta -. Inoltre i dati sanitari sono molto più preziosi degli altri, possono valere fino a 50 volte di più di altri tipi di dati”.