Antitrust, alla Lega di A una multa da 10 milioni?

Share

dirittitvSi sta per chiudere l’indagine dell’Antitrust sull’asta del triennio 2015-’18 che ha assegnato i diritti tv alla Lega di A (943 milioni a stagione, online il 14% in più del precedente contratto). Coinvolte Mediaset, Sky, Infront e appunto la Lega Calcio guidata da Maurizio Beretta. Il “Fatto” ha svelato che è in arrivo un sanzione pesante per “intesa restrittiva”. L’audizione finale è prevista per il 19 gennaio: la sanzione dell’Antitrust alla Lega di A dovrebbe essere piuttosto salata, intorno ai 10 milioni. Questa inchiesta è nata dopo la pubblicazione di Repubblica della famosa telefonata Lotito-Iodice. Sui diritti tv sta indagando anche la Procura della Repubblica di Milano: Bogarelli (Infront), Preziosi e Lotito sono stati iscritti sul registro delle indagati. Ci potrebbero essere clamorosi sviluppi a breve.

Lega Pro: Pagnozzi per il rilancio economico e di immagine
Rilancio economico e d’immagine della Lega Pro, nuovo ruolo nel mercato degli eventi sportivi. Questi gli obbiettivi di Raffaele Pagnozzi, ex segretario generale del Coni, che si candida alla guida della Lega Pro. Secondo Pagnozzi occorre “rafforzare le regole del gioco” nella Lega, introdurre “armonia e unità di intenti”. Vanno sfruttati tutti i canali per aumentare i ricavi dei club, e serve “un’azione di lobbying per recuperare quanto più possibile del finanziamento Coni; sbloccare i contributi di 8,5 milioni destinati per legge alla Lega Pro, oggi accantonati nel bilancio Coni”; superare “l’impasse legislativa sui diritti tv; modificare gli attuali format eliminatori di Coppa Italia”. Pagnozzi punta a dare “nuova immagine alla Lega” e trovarle uno spazio “nel mercato dello sport marketing, innescando un processo di evoluzione in entertainment company e sviluppando progetti come produttore di contenuti esclusivi per i media”. La sponsorizzazione non sarà “più solo strumento di visibilità, ma opportunità per la strategia di comunicazione”. L’ex dirigente del Coni si propone di realizzare un “centro multimediale per ideare, produrre e diffondere contenuti esclusivi Lega Pro” su tutti i media; e “definire strategie digital e social” che rendano più chiara l’identità della Lega Pro. Fra le altre proposte anche quella di adottare “un modello organizzativo capace di prevenire i reati sportivi da parte dei tesserati, che configurino circostanze attenuanti, o esimenti, in alcuni casi, a favore dei club”. E di introdurre “nuove regole per l’ammissione delle nuove proprietà, sull’esempio di Leghe estere”. Si vota il 22 a Firenze: gli altri candidati sono Paolo Marcheschi e Gabriele Gravina.

Marcheschi: “Con Pagnozzi e Gravina sarà la fine della Lega pro”
Paolo Marcheschi, candidato alla Lega Pro, è stato duro nei confronti del rivali Gravcina e Pagnozzi. La tensione sale in vista delle elezioni di martedì prossimo. “Se si vuole garantire un futuro alla Lega Pro, è necessario invertire la marcia e a farlo non può essere chi ha contribuito a portarci a questo binario morto. Se la Lega Pro è in queste condizioni – spiega Marcheschi – è perché in questi anni è stata gestita in modo sbagliato e, adesso, c’è la chiara volontà di spazzarla via, affamandola. Per rilanciarla è necessario che a guidarla sia un presidente che pensa agli interessi della Lega Pro, e non alle Leghe superiori, con le quali, semmai, è necessario stabilire un rapporto costruttivo per la riforma del calcio. Se si analizzano i dati degli ultimi anni, infatti, si nota che dal 2000 al 2015 sono “spariti” 107 club, in Lega Pro, che rappresentano 100 milioni di euro di ricchezza in meno. Appare evidente, quindi, che l’equazione meno club + ricchezza è fondamentalmente sbagliata”. “La Lega Pro è una risorsa, non un problema – continua Marcheschi – Le squadre che militano in questa categoria sono strettamente legate ai Comuni e alle Province del territorio e questo si traduce in quasi 150 milioni di euro di indotto, per le amministrazioni”.

“Dobbiamo recuperare la credibilità e iniziare una vera riforma del calcio. – conclude Marcheschi – tra le mie proposte c’è la volontà di riformare la legge Melandri, promuovere bilanci sani delle società, riformare la Coppa Italia per valorizzare i nostri talenti e migliorare il sistema di rimborsi delle società. Solo se sapremo dare forza ad un vero progetto sportivo di sistema saremo vincenti. La Lega Pro deve essere la ‘fabbrica di talentì ma non più a parole, serve supportarla con adeguati finanziamenti per i vivai e adeguate regole per fare rispettare la mission. C’è da fare tanto e subito e non è pensabile che possa farlo qualcuno che ha contribuito a portarci in un binario morto”.

(La Repubblica)