
Deluso da Sinisa Mihajlovic e dalla sua Milan, che si è dimostrata «una squadra poco affiatata». La dichiarazione di bocciatura quasi definitiva da parte di Silvio Berlusconi è emersa all’indomani del pareggio contro il Verona. Il presidente non ha fatto alcun riferimento all’operato degli arbitri, contrariamente all’allenatore, che ha apertamente criticato il direttore di gara Valeri. Attualmente, i due allenatori già sotto contratto con il Milan (Seedorf e Inzaghi) e la scarsa propensione di Berlusconi a cambiamenti in corsa sembrano garantire una certa sicurezza a Mihajlovic. Tuttavia, se non dovesse vincere neanche una delle ultime due partite del 2015 — giovedì negli ottavi di Coppa Italia contro la Sampdoria e domenica nella trasferta di campionato a Frosinone — sarà difficile per i dirigenti rossoneri resistere alla tentazione del quarto esonero in due anni.
Le lungaggini della trattativa con Mr Bee
Pesa molto il clima di incertezza, accentuato dall’infinita trattativa con Bee Taechaubol, sempre intenzionato ad acquisire il 48% del club. Il thailandese e Berlusconi si sono sentiti al telefono per scambiarsi gli auguri di Natale, esprimendo entrambi la volontà di concludere l’affare al più presto. Dopo una pausa per le festività, i rispettivi advisor riprenderanno le consultazioni. Chissà se allora Mihajlovic sarà ancora alla guida della squadra. Le sue quotazioni sono scese drammaticamente dopo i due pareggi contro Carpi e Verona, a prescindere da alcune decisioni arbitrali sfavorevoli ai rossoneri.
Brocchi, Lippi o Prandelli i sostituti
Il duo Brocchi–Lippi o Prandelli sono tra le poche opzioni considerabili nel caso di esonero. Nel frattempo, con 25 punti dopo 16 partite, la Milan di Mihajlovic ha ottenuto risultati migliori rispetto a quella di Allegri due anni fa e ha raggiunto il medesimo misero bottino di quella di Inzaghi l’anno scorso. I quasi 90 milioni di euro investiti dalla società nell’estate rappresentano un aggravante per il tecnico serbo, che rispetto ai suoi predecessori ha adottato una strategia mediatica non sempre allineata con le tradizioni del club di Berlusconi. Le sue continue affermazioni per rivendicare autonomia decisionale non hanno sempre riscosso gradimento ai piani alti, così come alcune scelte tattiche, incluse le dichiarazioni contro gli arbitri.