I sindacati hanno indetto la protesta per il 20 gennaio contro il piano di riorganizzazione aziendale che prevede la cessione, con tutta probabilità a un gruppo estero, sales di Versalis, stuff la società attiva nel settore della chimica, controllata dal gruppo Eni. Manifestazione nazionale a Metanopoli per il 17 dicembre
Un altro campione dell’industria italiana sta per passare sotto la bandiera di un gruppo estero. Quello che una volta era il colosso di stato della chimica sta per abdicare, per cederne il controllo a una multinazionale. Con tutte le incognite che questo tipo di operazione comporta. E’ questo il motivo che sta alla base della protesta indetta dai sindacati per il 20 dicembre: uno sciopero di otto ore con manifestazione nazionale a Metanopoli, il quartiere alle porte di Milano nato dagli anni Cinquanta per ospitare i dipendenti Eni. La società energetica è l’obiettivo dei sindacati dei chimici di Cgil, Cisl e Uil, contro il piano che prevede la riorganizzazione di Versalis, la società che ha raccolto l’eredità di Enichem, a tutt’oggi e nonostante la varie ristrutturazioni, il principale gruppo del settore in Italia.
Eni, società controllata di fatto dal ministero dell’Economia, ha deciso di riorganizzare Versalis: il che significa che verrà ceduto il pacchetto di maggioranza. Con tutta probabilità a un gruppo estero. La ragione è molto semplice: nonostante il presidente degli industriali Giorgio Squinzi si un imprenditore del settore, la chimica italiana viaggia nel centroclassifica delle graduatorie internazionali: secondo gli ultimi dati disponibili siamo solo al 67.o posto, quando fino a trent’anni fa eravamo stabilmente nei primi dieci.
Per i sindacati si tratta dell’ennesima cessione di attività industriali all’estero. E per di più con l’avvallo del Governo, visto che ne è il socio di controllo. Per Eni, si tratterebbe – invece – di dare un futuro al gruppo. Le stesse motivazioni con cui il Governo ha appena dato il via libera alla cessione di Ansaldo Breda e Ansaldo Sts, uscite dal perimetro del gruppo Finmeccanica per passare sotto ai giapponesi di Hitachi, che come primo atti provvederanno a cancellarne lo storico marchio.
Il fatto che il prossimo proprietario di Versalis sia una multinazionale estera lo ha confermato di recente lo stesso ad del gruppo chimico Daniele Ferrari, durante una recente audizione al Senato: “I partner con cui stiamo dialogando – ha dichiarato – sono soggetti che pur avendo una valenza finanziaria possiedono anche società chimiche nel mondo e quindi hanno come missione la costruzione di una grande holding della chimica”.
“Nonostante tutti i nostri sforzi – ha aggiunto – dobbiamo renderci conto che la nostra chimica è la numero 67 al mondo. Questo non vuol dire che siamo peggio degli altri, ma abbiamo ancora un percorso da fare”. Risalire la classifica “necessita ulteriori investimenti e una partnership che ci continui a portare tecnologie. Ci serve una partnership che ci dia entrambe queste cose in modo che noi possiamo scambiare la nostra tecnologia e partecipare in territori dove ancora oggi non siamo e loro possono scambiare la loro con noi per far crescere i nostri stabilimenti in Italia”.
Un versione che non convince i sindacati. “Non siamo di fronte ad un normale riassetto di una grande azienda, ma allo smantellamento della chimica italiana e ad una accelerazione del processo di trasformazione dell’Eni che vede le sue attività tutte concentrate fuori dall’Italia”: è l’accusa che i segretari generali Filctem, Femca, Uiltec, Emilio Miceli, Angelo Colombini, Paolo Pirani hanno lanciano dall’assemblea nazionale a Roma di tutti i delegati del Gruppo Eni.
““Peraltro – sostengono i tre leader sindacali – non siamo i soli se numerosi deputati sulla chimica Eni (Versalis e Syndial) hanno depositato proprio presso la commissione Attività Produttive della Camera un atto di indirizzo che impegna il Governo ad un intervento complessivo, e se la commissione Industria del Senato ha avviato una indagine conoscitiva su Versalis, la cui ventilata cessione di quote, visto il basso prezzo del greggio, può generare appetiti speculativi, come noi temiamo, contrariamente a Squinzi decisamente favorevole alla vendita”.
La cessione delle chimica “verde” di Versalis è stata avviata dopo l’arrivo – un anno fa – del nuovo amministratore delegato Claudio Descalzi che vuole riposizionare le attività industriali di Eni: in pratica, concentrarle solo sull’estrazione e commercilizzazione di idrocarburi (più gas che petrolio). Va in questa direzione la cessione della chinica, ma anche la decisione di mettere sul mercato le attività di trading del gas ai clienti finali e del pacchetto di maggioranza di Saipem. Per impedire che anche quest’ultima finisse
in mano a gurppi stranieri – di fatto – interessati solo alla quota di mercato, il Governo ha dovuto schierare il Fondo Strategico della Cassa Depositi Prestiti che ne ha rilevato il 12%. Operazione che non verrà ripetuta per Versalis.
di LUCA PAGNI La Repubblica