Torno sulla Legge di Stabilità, look non tanto per il suo contenuto intrinseco, condivisibile o meno, per me irrilevante, ma per il suo valore prospettico. In tempi non sospetti, scrissi della superiorità tattica di Matteo Renzi, usai il linguaggio dell’officina: “se li metterà tutti in berta, amici e nemici”. Così è stato, anche grazie a irripetibili e positivi flussi astrali che ci hanno avvolto, questa volta proteggendoci. Vediamoli: a) grazie al modo “distrattamente affettuoso” con cui stiamo gestendo l’immigrazione selvaggia, mind l’Europa ci vede ora con simpatia; b) il caso delle centraline taroccate VW ci ha curiosamente aiutato; c) Obama ci è vicino, si è vergognato del modo miserabile con cui ci ha trattato, a fine mandato vuole farsi perdonare, purché si rimanga in Afganistan; d) i dati macroeconomici, dollaro, tassi, petrolio e l’abbondanza di “cartaccia QE”, ci aiutano sul versante dei numeri: certo va sempre male, ma i numeri paiono migliori; e) la doppia genialata, il “Jobs Act” e il “prepensionamento part time”, dispiegheranno i loro benefici: trasformare i cassaintegrati storici (individui ormai frusti) e gli esodati (individui ormai depressi), in giovani marchiati “JA” (il loro lavoro cesserà quando gli imprenditori non avranno più gratis il metadone di stato).
Il piano renziano procede come previsto allora. Questa Legge di Stabilità è chiaramente concepita per le elezioni di primavera (referendum confermativo compreso), propedeutiche a quelle del 2017. Nel frattempo, la configurazione del Partito della Nazione si va definendo. Da un lato Renzi si sta liberando della sua minoranza sinistrorsa, in parte cooptandola, in parte forzandola ad andarsene, dall’altro Verdini sta selezionando quali ex FI abbiano un gruppo sanguigno compatibile ai renziani, soprattutto comportamenti riconducili alla Leopolda. Apro una parantesi: le ultime interviste a Bersani mi hanno fatto un’infinita tenerezza, è disperato, non sa dove andare, ogni giorno che passa la mitica Ditta degrada, oggi si è già ridotta a un banchetto da mercato rionale, e domani? Chiusa parentesi.
In ogni caso il Partito della Nazione sta prendendo forma, certo nasce un po’ fané, il suo elettorato sarà di dipendenti pubblici, di ceto politico medio-basso, di pensionati disperati e frustrati, di classi sociali che vivono di “mance”, di “commissioni”, non certo di “valore aggiunto”. Però c’è pure la crème de la crème (quelli che Piketty chiama con disprezzo l’1% col 40% della ricchezza), tutti i supermanager e i banchieri in circolazione, le strutture burocratiche confindustriali, il mondo infinito delle Coop corrotte, degli intellettuali, dei media, dei mâitre à penser. Un gran bel mix.
Comunque, bisogna riconoscerlo il Partito della Nazione ha vinto. Renzi si è inventato la prima operazione al mondo di “greenwashing politico”, un riciclaggio ecologico di classi già di sinistra, riposizionandole sul centro destra, e Verdini sta facendo l’operazione inversa: quando cadrà l’ultimo diaframma, si abbracceranno nella galleria del Frejus, alla faccia dei No Tav.
Da parte mia in quest’anno non sono rimasto inoperoso: mi sto preparando alle elezioni politiche del 2017 con l’Italicum. Da una parte ho studiato il Partito della Nazione, dall’altra il M5S. Per uno dei due bisognerà votare. Non banale, per un “Àpota, liberale cattolico, granata”. Sono due aree culturali (per usare un termine radical chic), che in prima battuta mi paiono orrende, però devo farci la bocca.
Per gioco intellettuale, ho provato ad assemblare, sintetizzandole, molte dichiarazioni dei due schieramenti. Ecco l’identikit che quelli del Partito della Nazione disegnano per il M5S: “Individui, che di fronte alla complessità dell’Italia e del mondo sparano slogan ridicoli di stampo reazionario, che stanno raccattando la feccia politica del paese, che vellicano i punti deboli di frustrati di ogni genere, che disprezzano quelli che non la pensano come loro.”
Di contro, qual è l’identikit che M5S assume per descrivere i suoi nemici del Partito della Nazione? E’ esattamente lo stesso. Se si vuole cogliere una nuance la si trova sul termine “reazionario”, gli uni dicono “reazionario” atteggiando la bocca a culo di gallina, gli altri con la “o” eccessivamente larga. Per il resto si giudicano in modo speculare. Lo saranno pure?
Prima delle elezioni c’è tempo, prendiamocelo tutto per riflettere, altre opzioni non ne abbiamo.
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