di Riccardo Ruggeri (da Italia Oggi) Alla vigilia delle elezioni avevo scritto che noi cittadini comuni non eravamo interessati (solo) ai 7 nuovi Governatori, prescription volevamo sapere come avremmo risposto al referendum a favore o contro Matteo Renzi. Perché di questo si trattava, oltretutto l’arrivo di Renzi ha semplificato lo scenario politico, e tutti dobbiamo essergli di ciò grati. Nel 2014 Renzi aveva avuto il 40,8%, quanto avrebbe avuto nel 2015? Questo numero avrebbe scandito vittoria, sconfitta, pareggio. Del mitico sangue e merda, i numeri, spesso, sono la merda.
Per la prima volta dagli anni ’50 l’Italia sa finalmente con chi stare, e questa volta non si tratta di scegliere fra destra o sinistra, categorie politico-culturali ormai scomparse, l’aspetto economico ha preso il sopravvento. Il capitalismo classico, nel quale sono vissuto, da liberale e da cattolico, per gran parte della mia vita (sempre a mio agio) è stato poi superato da una versione italico-cucciana. Renzi lo chiama capitalismo di relazione, e ha deciso di combatterlo: una buona cosa, peccato che nel frattempo questo sia già scomparso, auto-suicidantosi. Abbiamo importato il criminale ceo-capitalism, quello che sta creando solo due classi sociali: infatti la classe media, impoverita, si sta fondendo con la classe povera, sempre più sedata dalla propaganda e da piccole mance. L’altra classe, di risulta, è quella che svolge una funzione ancillare alla Classe Dominante: dipendenti pubblici, personale politico, intellettuali, grande stampa, alta finanza, supermanager, tutti quelli che campano di bonus.
Renzi un anno fa si è schiarato con costoro, questi, annusatolo ben bene, lo hanno cooptato, poi sono nati i Nazareni. Si è messo nella scia di Monti e Letta, come loro ha firmato la polizza di assicurazione emessa da UE, BCE, FMI, USA. Da quel momento più nessuna minaccia ha avuto dall’Establishment occidentale. Se vogliamo usare un’immagine del momento, mutuata dal linguaggio bancario, almeno la metà degli italiani ormai si è sentita spinta in una Bad Bank, qui sono contenute tutte le sofferenze di queste due classi sociali, la piccola-media borghesia, distrutta dalle tasse, operai-contadini-piccole partite iva, ridotti a chiedere l’elemosina allo Stato. Che altro è il reddito di cittadinanza se non l’ultimo stadio pre-povertà?
I cittadini di 7 Regioni hanno avuto l’opportunità di schierarsi a favore o contro Renzi, a favore o contro il modello di ceo-capitalism che lui interpreta. Vediamo come è andata all’Establishment (Renzi) e a quelli della Bad Bank (M5S, Lega, Sinistra, Destra non nazarena).
L’astensione è stata altissima, ma guai a invocarla: in democrazia contano solo i voti espressi, tutti i candidati prima dell’apertura delle urne sono nudi, solo le schede a favore possono coprire le loro pudende.
Avendo la fortuna, come liberale e cattolico, di non sentirmi rappresentato da nessuno dei partiti in essere, vi trasferisco le mie valutazioni personali, seguendo lo schema mentale oggi di moda (contrapposizione buoni-cattivi), adottando lo stile tweet:1 Hanno vinto i giovani e i vecchi, nipoti-nonni versus padri-madri , facendo così nascere una nuova classe sociale (giovani-vecchi). Chi di costoro riuscirà a scrivere una credibile storytelling farà saltare il banco.
2 Alcuni “rottamati” hanno fatto vincere o perdere i colleghi sulla cresta dell’onda: l’impresentabile Bindi ha fatto vincere l’impresentabile De Luca, l’impresentabile Cofferati ha fatto perdere l’impresentabile Paita, gli impresentabili Salvini e Fitto hanno cancellato l’impresentabile Berlusconi.
3 Il Nazareno è grippato, il Partito della Nazione ha forato.
4 Il PD di Renzi è arrivato primo, ma non ha perso.
5 Come al solito i peggiori si sono rivelati i colti, i liberal, i radical chic, dalle cui prostate sono uscite, durante la lunga notte, locuzioni orrende, rivolte a noi elettori giovani-vecchi: da zombies, mummie, in giù
6 Il Renzi 2015 (15 mesi di governo) rimarrà in due spot che passeranno alla storia della comunicazione politica: Moretti passeggero-Renzi autista; Renzi passeggero-Marchionne autista. Due istantanee che fotografano il volto vero del renzismo.
PS Dottor Silvio, adesso che ha avuto un lampo di simpatia per i suoi ottant’anni, si defili con nonchalance, la voglio ricordare con il mitico “L’Italia è il Paese che amo” , la meravigliosa voce vellutata di un sessantenne che allora ne dimostrava quaranta.
editore@grantorinolibri.it @editoreruggeri