La piccola editoria soffre la crisi (e anche le case editrici non vivono tempi sereni) ma, pills comunque sia, diagnosis le sigle più piccole stanno cercando di costruire la propria strada per resistere ai sempre meno lettori in giro per l’Italia. Un percorso che ha i suoi snodi principali nell’e-commerce e negli ebook, senza trascurare l’offerta di nuovi titoli, digitali ma anche cartacei.
Secondo il «Rapporto sullo stato della piccola editoria 2014» dell’Ufficio studi dell’Associazione italiana editori (Aie) per la collana dei Quaderni del Giornale della Libreria, i piccoli editori vendono online di più dei loro concorrenti big, con una media del 15,6% rispetto a quella nazionale pari al 12%. Inoltre aumenta l’importanza anche degli e-book che arriveranno a fine anno a pesare l’8,9% stimato, in risalita rispetto al 4,7% del 2013. L’incidenza degli e-book sulla loro produzione di libri ha toccato quota 56% l’anno scorso.
Sempre secondo l’indagine Aie, basata su un campione di 220 piccoli editori che pubblicano dai dieci ai 60 titoli, il 50% dei libri pubblicati in Italia viene proprio dai piccoli editori così come il 18,9% dei titoli commercialmente vivi, in valori assoluti questi ultimi sono rappresentati da 154.937 proposte su un totale di 813.092. Complessivamente, a lanciare questi cataloghi erano 8.415 piccoli editori nel 2013, in calo dell’1,2%. Ma considerando solo le 400 case editrici che espongono alla fiera della piccola e media editoria «Più libri più liberi», in calendario fino a lunedì prossimo a Roma, i 400 rappresentano «il terzo-quarto gruppo editoriale italiano» in termini di fatturato, a giudizio delle stime Aie.
A proposito di offerta editoriale dei piccoli editori, da loro arriva un catalogo fatto al 66% di novità e al restante 34% di ristampe. E qui iniziano le note dolenti o, per meglio dire, i segni negativi perché nel 2014 verrà offerto il 4% in meno di novità, dopo un 2013 che già aveva lasciato sul terreno il 14,8% di novità in meno. Solo le ristampe aumenteranno, segnando un +4,1% che deve però andare a compensare il -15,5% dell’anno scorso. Si riduce anche la presenza sul territorio che in media nel 2013 poteva contare sugli scaffali di 334 librerie, mentre per quest’anno la stima parla di 308 insegne coinvolte.
Difficile determinare se l’aumento dell’e-commerce riesca a compensare questa ritirata dai punti di vendita fisici, su cui pesano peraltro le rese salite al 63,6% previsto nei prossimi mesi dal precedente 52% del 2000, ma l’associazione presieduta da Marco Polillo ribadisce che proprio il posizionamento su nicchie di lettori e target specifici di pubblico sono i pilastri su cui la piccola editoria deve consolidare il suo futuro.
di Marco A. Capisani
Italia Oggi