(Francesco Cevasco, Corriere della Sera) Sarà un caso ma, in questi giorni, nel bar del Genoa club al porticciolo di Nervi puoi incontrare anche amanti della Samp. È vero che il caffè è il migliore della zona (e costa 10 centesimi meno), ma è anche vero che da un po’, nella Genova del football, si respira un’aria diversa: genoani e sampdoriani si parlano pure.
– Siamo tutte e due là, in cima alla classifica…
– Calmino, sampdoriano; non esagerare: va bene che non ti avveleno il caffè, ma ricordati che c’hai un punto in meno di noi.
– O Grifoncello, ricordati che negli ultimi 68 anni voi siete finiti in classifica 12 volte sopra di noi e 56 volte sotto.
– L’hai vista l’insegna qua fuori? Ci sono marcati i nostri 9 scudetti. Mica ce li avete voi.
– Noi c’abbiamo l’ultimo: 1990/1991. E ti racconto un nanetto: una volta un calabrese genoanissimo, si chiama Cesare Lanza, che comandava quel giornale che leggete voi, Il Secolo XIX, fece con un mio amico sampdoriano una scommessa: 100 mila lire a punto la differenza a fine campionato. Il mio amico ha vinto un milione e 200 mila lire. E voi siete arrivati quarti e poi avete battuto il Liverpool 2-0.
– Va bene, visto che abbiamo, ripeto, un punto più di voi, mi sento ecumenico: sai che cosa ha detto il Papa?
Che la vita è come due squadre: pro e contro, conservatori e progressisti.
– Non me la menare con la politica. Che ti sparo altre due citazioni. Una: il vostro (anche mio) amato Fabrizio De Andrè che ha scritto un testo: “Grifone fragile” (capito l’aggettivo?). Due: sempre De Andrè che tra le sue carte hanno trovato un po’ di improperi irriferibili su un giornale borghese contro la Juve (speriamo portino buono per domenica).
– Gondone (sempre per citare De Andrè), guarda che quattro libri l’abbiamo letti anche noi genoani. E sparo anch’io: pensavo che tra noi ci potessero essere, delle «Corrispondenze», come diceva Baudelaire. Invece…
– Invece non ti sbagli. Sai che cosa ti dico? Che se fate punti voi con i romanisti, a condizione che li facciamo anche noi con gli juventini, mi va bene. E poi il nostro infinito derby ce lo giochiamo di qui all’eternità.
– Ok amico, ma chi lo paga il caffé? Fa 1,60 euro.
«Lo pago io, sampdoriano, che sono in trasferta».
Caffè e scudetti A Genova si respira un’aria diversa
