
Una forte caduta delle vendite ha portato il titolo di Fiat Chrysler Automobiles a essere immediatamente sospeso dalla Borsa a causa di un ribasso eccessivo (-7,3%). Anche alla sua riammissione, il prezzo tende a collocarsi intorno al valore stabilito per il collocamento di cento milioni di nuovi titoli, e, in particolare, alla soglia più bassa stabilita per la conversione obbligatoria del prestito biennale di 2,875 miliardi di dollari. Così il mercato reagisce, fin dall’apertura, all’annuncio delle condizioni relative alla doppia “operazione americana” di FCA. Intorno a mezzogiorno, il titolo di FCA segna una perdita del -6,3% raggiungendo 9,81€. Anche Exor è in rosso, con una diminuzione del 2,17% a 33,84 euro.
Il prestito convertendo al 7,875% per 2,87 miliardi
Il comunicato del gruppo, inizialmente atteso per la tarda serata di mercoledì (poco dopo la chiusura di Wall Street), è stato invece diffuso all’alba italiana. I cento milioni di azioni, di cui 13 riservati alle banche che gestiranno il collocamento, saranno offerti a un prezzo unitario di 11 dollari: il ricavato complessivo per FCA sarà, al cambio attuale, poco più di 800 milioni. Il bond convertendo, con scadenza prevista per il 15 dicembre 2016 (ma con possibilità di conversione anticipata), garantirà un interesse annuo del 7,875% e prevede un tasso di conversione che varia da un minimo di 7,7369 a un massimo di 9,0909 azioni per ciascuna obbligazione. Dei 2,875 miliardi di dollari, una parte è già stata collocata: Exor, azionista di maggioranza relativa di FCA con il 30%, ha confermato la sottoscrizione per un importo di 886 milioni di dollari, consentendo così alla holding di mantenere il proprio pacchetto azionario; le banche collocatrici avranno, come nel caso dell’emissione azionaria, un’opzione su una somma complessiva di 375 milioni di dollari.
Lo scambio con le azioni Ferrari (che guarda all’estero)
Sia le azioni sia i bond daranno diritto al ricevimento gratuito di azioni Ferrari, che sarà scorporata e successivamente quotata a Wall Street entro settembre 2015. Sul tavolo della società di Maranello, presieduta da Sergio Marchionne e destinata a passare da FCA a Exor, rimane aperta l’opzione riguardante il trasferimento delle sedi legale e/o fiscale, rispettivamente ad Amsterdam e Londra, seguendo il modello già applicato da CNH e da FCA. La decisione finale sarà presa all’inizio del 2015, ma la sola possibilità di un trasferimento all’estero del simbolo del made in Italy ha già suscitato polemiche più accese rispetto a quelle di FCA.
«Almeno un miliardo dal Cavallino a Wall Street»
Ferrari rappresenta, in ogni caso, un elemento chiave per l’intera operazione americana e per le fonti di finanziamento dei futuri investimenti di Fiat Chrysler. Prima dello scorporo, Maranello trasferirà alla capogruppo una maxi-cedola di 2,25 miliardi di euro. I vertici di FCA si aspettano un altro miliardo (almeno) dalla quotazione del 10% a Wall Street. Inoltre, c’è l’effetto traino del legame gratuito alle azioni e al bond convertendo di Fiat Chrysler. Gran parte dei rialzi recenti sono attribuibili al “Cavallino”. Tuttavia, l’effetto positivo si è arrestato nelle ultime sedute, con ribassi accentuati nell’ultimo giorno (su cui sta indagando la Consob): il titolo, sebbene rimanga sopra gli 11 dollari previsti per il collocamento imminente, sta tendendo ad allinearsi a questo prezzo e ai valori di conversione del bond, che sono compresi in un intervallo fra gli 11 e i 12,92 dollari (8,83-10,38 euro).
Corriere.it