Tax gap 97 mld al Nord, ed 74 mld al Sud, 51 mld al Centro
Ammonta a 223 miliardi di euro l’imponibile ‘non dichiarato’ al fisco per l’Irap in media nel 2007-12. Lo afferma l’Agenzia delle Entrate in uno studio sul ‘tax gap’, calcolando la differenza tra imponibili dichiarati e l’economia reale. Il Tax Gap sull’imponibile Irap è di 97 mld al Nord, di 74 mld al Sud e 51 mld al Centro.
Lo studio, pubblicato sul primo numero della rivista in inglese dell’Agenzia “Argomenti di discussione”, verifica l’andamento nei sette anni 2001-06 e in quello successivo 2007-12, calcolando un aumento dell’imponibile ”non dichiarato” del 6,06%. Ma non in tutte le aree. Un miglioramento, rispetto a quello che è un indice di ”sommerso” ed evasione, viene mostrato dal Sud: tra il primo periodo e il secondo, si registra una riduzione del 2,38% del tax gap, a fronte invece di un aumento dell’1,14% nel Nord Ovest e di una crescita a due cifre (16,44% e 17,04%) rispettivamente nel Nord Est e nelle regioni del Centro. Il Sud, comunque, rimane l’area dove più alta è la propensione alla creazione di ”tax gap”: gli imponibili celati rappresentano il 30,24% dell’economia. Seguono le regioni del centro (21.24%), il Nord-Est (18,16%) e il Nord Ovest (13,66%).
E’ il settore finanziario e immobiliare a registrare tra il 2001-06 e il 2007-12 il maggior aumento degli imponibili Irap ”non dichiarati”. Il tax gap sale del 5,05% da 63,6 a 74,2 mld ma non strappa il primato del settore dei servizi pubblici (alberghi, bar) e commercio che rimane in testa con 77,2 mld di tax gap.
Lo studio dell’Agenzia delle Entrate fotografa l’andamento del ‘tax gap’ nei diversi settori per due ampi periodi. In testa alla classifica rimane il settore dei servizi che riunisce i commercio, l’ospitalità, i servizi pubblici, i trasporti e le riparazioni: la differenza di imponibile dichiarato rispetto a quello che dovrebbe emergere dall’andamento della produzione si attesta al primo posto anche se cala dagli 81,2 miliardi della media 2001-06 ai 77,2 del 2007-12. Ad incalzare è invece il settore finanziario, probabilmente per effetto della bolla immobiliare che ha caratterizzato l’ultimo periodo. Segnano un progresso anche il settore delle costruzioni, passato da 14,4 miliardi a 17,2 miliardi di imponibile che non emerge dalle dichiarazioni: il tax gap aumenta cos’ dell’1,32% tra i due periodi considerati. Cala invece nel settore dell’agricoltura (-0,64%) da 10,6 a 9,6 miliardi. Nonostante questo, se si rapporta la quota di imponibile non dichiarato al valore aggiunto del settore si scopre che e’ proprio l’agricoltura a mantenere la più alta propensione a non dichiarare il proprio fatturato: l’importo non denunciato al fisco ai fini Irap e’ pari al 38,63% del totale. Segue il settore finanziario e immobiliare (32,76%), quello dei servizi di commercio, ospitalità e trasporti (26,24%) e dalle costruzioni (21,36%).
Ansa