La debolezza economica del Vecchio continente continua a pesare sulle contrattazioni dei listini europei, patient in attesa dei dati macro dei prossimi giorni. Al contrario, una rinnovata fiducia per la ripresa a stelle e strisce ha spinto i listini Usa a nuovi massimi storici. Oggi tutto fermo per il Veteran day. Lo spread in area 150 punti prima della tornata di aste, ancora forte il dollaro
I mercati europei scelgono ancora la via della cautela, in vista dei dati macroeconomici della seconda parte della settimana – dal Pil dei principali paesi del Vecchio continente, all’inflazione – che potranno determinare prese di posizione più nette da parte degli investitori. Anche perché ci sarà Mario Draghi, il governatore della Bce, tra gli ascoltatori più interessati, per decidere quali misure attuare per controbattere all’eventuale emersione di un nuovo rallentamento economico.
Se l’Europa si mantiene dunque guardinga, lo stesso non si può dire di Wall Street e Tokyo: la prima sembra aver ripreso la sua marcia verso l’alto, mentre la seconda ha seguito a ruota. A Milano, Piazza Affari avvia gli scambi in nero ma poco mossa: il Ftse Mib sale dello 0,2%. Ottima partenza per Pirelli, promossa da Goldman Sachs con il rating ‘buy’, il titolo quota a 10,85 euro a +1,69%. Bene anche Fca, anche in questo caso dopo una promozione a pieni voti da Goldman. Occhi sulle banche: Unicredit e Intesa Sanpaolo sono chiamate ai conti, mentre la Consob ha esteso al 27 gennaio lo stop allo short selling sui titoli Mps e Carige. Nel resto d’Europa, Parigi e Francoforte sono allineate al +0,4%, Londra è praticamente invariata.
Lo spread tra Btp e Bund apre in leggero calo sotto la soglia di 150 punti, dalla chiusura di ieri archiviata a 151 punti. Il rendimento è al 2,34%. Sull’andamento dei governativi italiani questa settimana peserà la tornata d’aste di metà mese, che parte mercoledì con il collocamento di Bot a 12 mesi per 6,5 miliardi di euro e prosegue giovedì con i collocamenti a medio-lungo termine.
Avvio stabile per l’euro nei confronti del dollaro, dopo i primi scambi sui mercati valutari internazionali. La moneta unica, infatti, viene scambiata a quota 1,2422 nei confronti del biglietto verde americano, rispetto alla valutazione di 1,2440 fatta segnare alla chiusura indicativa di Wall Street di ieri. Per quanto riguarda, invece, il cambio con lo yen, l’euro passa di mano oggi a 143,32 contro i 143,35 dell’ultima rilevazione.
In mattinata, come detto, la Borsa di Tokyo ha concluso le contrattazioni toccando nuovi massimi da sette anni, su impulso della performance dei mercati Usa e dell’ascesa del dollaro sullo yen. Il biglietto verde si è portato oltre la soglia psicologica di 115 yen, che tratta ai minimi da sette anni. L’indice Nikkei ha concluso le contrattazioni sopra la quota simbolica 17.000 punti per la prima volta dal 16 ottobre 2007. In particolare ha guadagnato il 2,05% (+343,58 punti) a 17.124,11 punti. L’indice più ampio Topix ha segnato un rialzo dell’1,11% (+15,10 punti) a 1.375,21 punti. La seduta è stata particolarmente attiva con 2,41 miliardi di titoli scambiati sul mercato principale.
La performance è stata sostenuta anche dai dati macro: gli ordini di macchine utensili in Giappone sono cresciuti a ottobre (lettura preliminare) del 31,2% dal +34,7% della precedente rilevazione. La bilancia commerciale nipponica ha registrato a settembre un deficit di 714,5 miliardi di yen dal disavanzo di 831,8 miliardi della precedente rilevazione. Le attese erano per un deficit di 782,5 miliardi di yen.
Wall Street ha portato ieri sera i listini su nuovi massimi storici, grazie ad un’atmosfera di generale ottimismo per la salute dell’economia americana. I rialzi sono rimasti tuttavia contenuti a causa del nuovo ribasso del petrolio che ha frenato il comparto energetico e della lentezza delle contrattazioni alla vigilia del Veteran day. Oggi il mercato obbligazionario resterà chiuso per celebrare la festività. Dopo le operazioni di compensazione, il Dow Jones ha aggiunto lo 0,23% a 17.613,74 punti, il Nasdaq è salito dello 0,41% a 4.651,62 Punti e lo S&P 500 ha guadagnato lo 0,31% a 2.038,26 punti.
Quanto infine alle materie prime, il petrolio apre in ribasso sopra 77 dollari al barile. Sui mercati asiatici i future sul Light crude arretrano di 25 cent a 77,15 dollari e quelli sul Brent cedono 27 cent a 82,07 dollari. Oro ancora in calo a 1.149,30 dollari l’oncia dei 1.151,47 della vigilia. Il metallo giallo nelle ultime sedute ha tuttavia recuperato terreno dai minimi degli ultimi quattro anni segnati alla fine della settimana scorsa.
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di RAFFAELE RICCIARDI La Repubblica