QUANDO IL TELECRONISTA DI CALCIO DIVENTA UN GUFO PERICOLOSO

Napoli-Roma
Share

Napoli-Romadi Cesare Lanza

Ho passato un week-end all’estero, illness ho visto in tivù Bayern-Dortmund e sono rimasto colpito dalla velocità e dalla spettacolarità della partita… Un altro mondo! Idem, view seguendo spezzoni di partite spagnole e inglesi. Il calcio (non solo) europeo si può seguire anche dall’Italia, remedy naturalmente, ma quando sono a Roma mi concentro sulle adorabili e irresisistibili suggestioni provinciali, su quel che resta della nostra grandezza che fu.
Sono riuscito a vedere Napoli- Roma in un bar bulgaro e mi è sembrato, ricordando Celentano, di assistere a un insopportabile ballo lento, di fronte al rock di Germania, Spagna e Inghilterra. Incrocio le dita al pensiero della rivincita (?, speriamo…) tra Bayern e Roma, dopo l’1-7 del match di andata.
Tutto mi sembra aggravato dalla lenta sornioneria, dal grigiore convenzionale dei nostri telecronisti e commentatori. Consentitemi di rimpiangere il mitico e sanguigno Nick Carisio e il leggendario, per freddezza e oggettività, Nando Martellini. Su quel livello credo che potrà allinearsi solo Fabio Caressa. Per il resto, banalità in quantità industriale. Presumo che ogni tifoso faccia scongiuri, quando la squadra del cuore attacca: immediata è la litania di telecronisti e commentatori, a sostegno dell’apparenza. E quasi regolarmente il risultato si ribalta! Prendiamo Genoa- Juve, la litania melensa a favore della Vecchia era inesausta, poi – un classico! – all’ultimo istante vince il Genoa. Prendiamo Napoli- Roma. Un paradiso di ovvietà, i miei bene amati campioni della Roma sembravano impegnati in un languido tango, attenti a non farsi male ai delicati piedini. Perché? Sono troppo malizioso oppure (lo diceva Andreotti) a pensar male si fa peccato, ma quasi sempre non si sbaglia mai? Mi sarebbe piaciuto che venisse discussa e proposta questa semplice malizia: la Roma pensava a Monaco, quasi tutti i giocatori temevano di farsi male e di essere obbligati a rinunciare alla disfida di Champions! Ma si può? Il risultato si é visto… A parte qualche impertinenza di Mauro, solo Adani e Boban mi sembrano, puntualmente, capaci di andare controcorrente e di affondare la lingua, tagliente, in concetti tecnici che non siano luoghi comuni. Con calma e lucidità. Mentre Puccinini, in telecronaca, è l’esatto opposto: dice cose ovvie, ma le grida trasmettendo ansia e panico, senza giustificazione. Mi piacerebbe che telecronisti e opinionisti fossero freddi e lucidi come Martellini o stravaganti come Carosio, che non azzeccava il nome di un solo giocatore (da buon ex radiocronista: tutti ascoltavano, nessuno vedeva!), ma era ineguagliabile nella capacitá di far immedesimare il pubblico nel suo racconto. Un pò di fantasia, di cattiveria, anche di velenosità- Gesummaria! Mentre si delineava la sconfitta dell’Inter a Parma, a nessuno è venuto in mente di dire che senza un rigoruccio come aiutino (vedi le due partite precedenti) per il finto squadrone di Mazzarri risulta davvero difficile segnare, e di conseguenza, vincere? Visto il gioco slow del campionato italiano, piacerebbe che il telecronista ci infliggesse poche chiacchiere e non sbagliasse, seguendoli con precisione, i nomi dei calciatori. Piacerebbe che non sí avventasse in previsioni sbagliate, cadendo nella tentazione di apparire infallibile. Meno parole (non dev’essere una radiocronaca!) e più concretezza, a sostegno dei telespettatori. E piacerebbe che un commentatore (senza buonismo, il più buono è don Marchegiani) non avesse timore di apparire critico e pungente… Un ottimo riferimento, e può permetterselo, con quella straordinaria carriera alle spalle, è Arrigo Sacchi. Uno che dice pane al pane, vino al vino e catenaccio – eterno vizio tattico italiano – al catenaccio. Ma se questo pistolotto vi sembra severo, consoliamoci all’italiana. Siamo o non siamo il capitano Uncino? Non siamo forse tutti allenatori della Nazionale? Diciamo la verità, come telecronisti forse non saremmo all’altezza, ma come opinionisti abbiamo tutti molta sapienza da vendere.

Corriere dello Sport Stadio