Allarme Indesit, Whirlpool non esclude tagli e chiusure

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I sindacati temono che il gruppo statunitense possa chiudere alcuni impianti con annesse ripercussioni sull’occupazione. Un’eventualità che per ora non viene esclusa dal prospetto sull’Opa degli americani che partirà lunedì 3 novembre al prezzo di 11 euro per azione

Mentre si apprestano a salire al controllo totale della storica società di elettrodomestici, gli americani di Whirlpool svelano, almeno in parte, i piani futuri sulla Indesit, parlando di un generale processo di “riorganizzazione” che in questa fase non sembra escludere categoricamente la chiusura di qualche stabilimento. Una possibilità, quest’ultima, che è alla base delle preoccupazioni dei sindacati, che proprio per questo motivo nei giorni scorsi avevano chiesto la convocazione di un tavolo sulla questione da parte del governo di Matteo Renzi.

Whirlpool corporation, si legge nel documento sull’offerta pubblica di acquisto (Opa), “sta valutando varie opzioni al fine di integrare le attività e le società del gruppo. Tali opzioni sono finalizzate a permettere al gruppo integrato di beneficiare di una struttura societaria ed economica più efficiente e potrebbero includere operazioni straordinarie come fusioni infragruppo e trasferimenti di cespiti o aziende o rami d’azienda, nonché la riorganizzazione delle attività produttive e distribuitive e il consolidamento di alcune funzioni tra i due gruppi”. Una lunga e contorta perifrasi che lascia aperte molte strade e che non chiarisce il destino degli stabilimenti, alcuni dei quali, da quel che si evince, potrebbero essere accorpati e forse, nella peggiore delle ipotesi (per i lavoratori) anche chiusi.

E ancora, aggiunge il gruppo statunitense degli elettrodomestici nel documento: “Le suddette fusioni infragruppo potrebbero includere anche una fusione per incorporazione” di Indesit “in un’altra società del gruppo Whirlpool ulteriore rispetto alla fusione”. Il gruppo americano, inoltre, sta “considerando la razionalizzazione delle funzioni amministrative e produttive tra Whirlpool e Indesit. Il gruppo integrato potrà unire le rispettive migliori esperienze e incrementare la capacità di utilizzazione degli impianti produttivi, generando significative efficienze da cui trarranno beneficio i clienti e i consumatori di tutta Europa”.

Lo scorso luglio era stato annunciato il passaggio del controllo della Indesit dalla famiglia Merloni, storica azionista, agli americani di Whirlpool, che ne hanno rilevato poco più del 60% e ora si apprestano a lanciare un’Opa per salire al 100 per cento. L’offerta partirà il 3 novembre per concludersi il 21 dello stesso mese (salvo proroghe), e ha per oggetto 34.244.635 azioni, pari al 29,99% del capitale della società degli elettrodomestici. Gli americani mettono sul piatto 11 euro per ogni titolo Indesit, con pagamento fissato per il 28 novembre.

Una volta saliti al 100% di Indesit, gli americani di Whirlpool condurranno la storica società con base a Fabriano fuori dalla Borsa (delisting). Qualche osservatore teme che, portando la società fuori dal cono di luce di Piazza Affari, il gruppo statunitense possa avere le mani più libere per avviare eventuali operazioni per così dire poco gradite ai lavoratori.

I sindacati, dopo avere incontrato i rappresentanti dell’azienda guidata dall’amministratore delegato Marco Milani il 10 ottobre, avevano pubblicato una nota in cui annunciavano di avere richiesto la convocazione di un tavolo da parte del governo. L’esecutivo Renzi si è impegnato a organizzare la cosa ma a oggi, a quanto si apprende, i sindacati non avrebbero ancora avuto alcun riscontro. “E’ necessario – riferiva una nota della Fiom Cgil del 15 ottobre – che il Governo promuova in tempi brevi la convocazione di un tavolo con la presenza di Whirlpool per un confronto sul piano industriale a partire dalla garanzia dei livelli occupazionali e degli investimenti previsti, così come si è impegnato a fare nell’incontro svolto al ministero dello Sviluppo economico lo scorso 7 ottobre”.

CARLOTTA SCOZZARI La Repubblica