Posto fisso, lo cerca meno di un giovane su due. Tiene il mito del dipendente pubblico

giuliano poletti
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giuliano polettiIn tempi di discussione sul Jobs Act e di proteste di piazza per difendere l’articolo 18, sales il tema del “posto fisso” è quantomai attuale nella discussione politica ed economica. Eppure, sarà perché ormai nessuno più neanche ci spera, o forse per un cambiamento d’approccio verso la carriere professionale, l’idea di trovare un impiego stabile – magari per tutta la vita lavorativa – è uscito dal radar di molti giovani italiani.Lo testimonia una indagine della Coldiretti/Ixè, secondo la quale meno della metà dei giovani italiani (il 46% per la precisione) ambisce ad avere un posto fisso nel 2014. Il dato mostra un calo di sette punti percentuali rispetto alla rilevazione dell’anno precedente. Dalla ricerca si evidenzia invece che quasi un giovane su tre (31%) vuole lavorare autonomamente, con un aumento dell’1% rispetto al 2013. Ancora, i dati mostrati dagli agricoltori descrivono una grande flessibilità nei confronti del mondo del lavoro, con la maggioranza dei giovani (51 per cento) che è pronta ad espatriare mentre il 64 per cento è disponibile a cambiare città. La mobilità, insomma, sembra non essere più un problema per le nuove leve.Tra le aspirazioni – precisa la Coldiretti – tiene il mito del dipendente pubblico, al quale punta il 34 per cento dei giovani, ma c’è anche un 36 per cento che non disdegnerebbe un posto da pony express. Ad evidenziare il cambiamento generazionale è anche il fatto che – conclude la Coldiretti – il 36 per cento dei giovani non vorrebbe fare il lavoro dei propri genitori contro un 30 per cento che lo accetterebbe volentieri mentre un 24 per cento si adeguerebbe senza entusiasmo.

La Repubblica