Bankitalia, l’Italia non va. Vendere e in fretta i gioielli di famiglia. Nessun aiuto dallo spread

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padoanVia Nazionale prende atto, recipe dopo Fmi e Ocse, del rallentamento dei conti pubblici e auspica più sforzi per ridurre la spesa pubblica e la tassazione. E chiede di privatizzare in fretta: “Sono strategiche per il consolidamento”. Non ci saranno benefici dallo spread: nei prossimi anni non scenderà come prevede il governo, ma salirà in area 170 punti base

Da ultima arriva anche la Banca d’Italia. Nell’audizione sulla nota di aggiornamento al Def 2014 davanti alle commissioni bilancio di Camera e Senato, il vicedirettore della Banca d’Italia, Luigi Federico Signorini, prende atto che le stime fin qui effettuate sull’economia italiana forse non vanno ancora bene. L’istituto di Via Nazionale nel suo ultimo intervento di luglio scorso stimava ancora che il Pil italiano nel corso del 2014 sarebbe salito dello 0,2%. Oggi dopo che perfino il governo ha dovuto riconoscere che nell’anno scorso non ci sarà crescita, ma un rallentamento dello 0,3%, anche i banchieri centrali si allineano alle previsioni non ottimistiche di Fmi (-0,1%) ed Ocse (-0,4%).
Tutte le stime sul Pil
“Le previsioni macroeconomiche incluse nella nota, pur se nel complesso consivisibili, presentano rilevanti rischi al ribasso”, ha affermato Signorini senza tuttavia offrire una nuova previsione. “Esse infatti – ha spiegato – presuppongono un punto di svolta imminente nell’attività di investimento, il cui verificarsi non appare scontato alla luce della persistente debolezza degli indicatori di fiducia delle imprese. Sono possibili inoltre sviluppi internazionali meno favorevoli e una maggiore persistenza della debolezza dei mercati immobiliari e del lavoro”.
L’audizione dell’Istat: giù le stime
“Il ricorso graduale a possibili privatizzazioni costituisce un elemento di rilievo della strategia di consolidamento della finanza pubblica. E’ importante procedere con decisione e speditamente, facendo anche tesoro delle esperienze di altri paesi affinché il piano venga rispettato e se ne valuti una possibile accelerazione”. Signorini ha ricordato che ad aprile si prevedevano 2014 privatizzazioni in linea con quello del 2015-2018 (0,7% del pil), stima ora ridotta allo 0,28 per cento.
La vendita dei gioielli di famiglia sembra ancor più necessaria visto che non ci saranno aiuti da parte dello spread. “La discesa del differenziale di rendimento dei titoli di stato decennali rispetto agli analoghi titoli tedeschi non trova al momento riscontro nelle aspettative implicite desumibili dagli andamenti di mercato, secondo le quali il differenziale risalirebbe lievemente nel 2015, intorno a 170 punti base, per poi stabilizzarsi nell’anno successivo”, ha stimato Signorini osservando che nell’analisi della nota di aggiornamento “la crescita trarrebbe sostegno da un profilo dei tassi di interesse sui titoli di stato coerente con una riduzione a 100 punti base a partire dal 2016”.
Per rafforzare la “fiducia degli investitori” e “delle famiglie” è “necessario tendenzialmente ridurre la spesa pubblica e la tassazione, procedere alla realizzazione degli interventi strutturali” riducendo “gli sprechi” e “rendendo percepibile l’azione di riforma”. Lo dice il vicedirettore di Bankitalia Luigi Signorini alla Camera. Nella nota al Def pur nella consapevolezza di “incertezze, il governo ha cercato un punto di equilibrio tra il sostegno alla crescita dell’economia e la disciplina di bilancio”.
“E’ necessario non fare passi indietro nei progressi fin qui raggiunti nell’aggiustamento dei conti pubblici, che deve proseguire”, ha aggiunto, avvertendo che non è detto che la Unione europea darà un parere favorevole alla deviazione dalle linee guida. “L’ammissibilità della deviazione dal sentiero di avvicinamento al pareggio di Bilancio strutturale non è scontata e rifletterà l’interpretazione delle regole da parte delle istituzioni coinvolte: Parlamento, Commissione europea, Consiglio Ue.
Quanto alla riforma del mercato del lavoro (Jobs Act), “l’introduzione di un contratto a tutele crescenti, la definizione dell’entità, dell’eventuale articolazione e della progressione delle tutele non dovrà determinare un aumento dei costi di aggiustamento dei livelli occupazionali delle imprese”, ha spiegato Signorini, sostenendo che il Jobs Act dovrebbe “facilitare la riallocazione dei lavoratori verso settori e le imprese più efficienti, a creare condizioni per un rafforzamento della produttività aziendale, sostenendo il reddito dei lavoratori nei casi di disoccupazione involontaria e accrescendone la capacità di riallocazione”. Sul fronte delle politiche passive (ammortizzatore sociali e sussidi, ndr) per le quali si prevede “un’ulteriore razionalizzazione e un ampliamento delle platee interessate”, Signorini ha precisato che “andrà chiarita l’entità delle risorse necessarie, considerando che nell’attuale fase congiunturale il sistema potrebbe non essere in grado di autofinanziarsi”.

La Repubblica