Considerato uomo “pro-mercato”, voleva limitare l’inflazione galoppante

Carlos Fabrega
Share

Juan Carlos Fabrega Ore di tensione nei mercati argentini. Il presidente della banca centrale Juan Carlos Fabrega si è dimesso, cure a seguito di un duro discorso della presidente Cristina Fernandez de Kirchner, che aveva tra l’altro ammonito su “manovre” sul fronte sia monetario sia valutario.
Fabrega è stato sostituto dal responsabile della commissione nazionale dei valori Alejandro Vanoli, molto vicino alla Casa Rosada. Delle possibili dimissioni di Fabrega – considerato un ‘tecnico’ – si parlava da qualche giorno, anche a causa dei suoi contrasti con Axel Kicillof, l’uomo forte dell’economia argentina, in un contesto economico molto delicato anche a causa del contenzioso con i fondi avvoltoi (hedge fund) sul debito estero.
Ieri, in un duro discorso anti-Usa, la presidenta aveva denunciato “manovre” nel sistema bancario. Nel mirino della Kirchner erano tra l’altro finite le autorità monetarie, di fatto Fabrega, accusato di scarsi controlli sul sistema finanziario e di aver passato informazioni riservate alle banche.
La presidente aveva puntato l’indice soprattutto sul mercato illegale dei cambi ‘parallelo’: ormai da tempo il gap tra la quotazione ufficiale e quella in nero (chiamata a Baires ‘blue’) si è allargato ed è ormai circa dell’80%. Nel discorso di ieri, la presidente aveva denunciato “le pressioni sul cambio per arrivare ad una svalutazione del peso”. “Alcuni settori dell’economia”, ha concluso “vogliono colpire il governo, e lo vogliono fare con aiuti stranieri”.
Fabrega veniva considerato un uomo ‘pro-business’ e vicino ai mercati. Al centro dello scontro con Kicillof c’era tra l’altro l’emissione monetaria: Fabrega voleva limitarla per fare argine all’inflazione (pari ormai a circa il 40%, secondo rilevazioni private), politica alla quale si oppone invece il ministro dell’Economia, la cui priorità è quella di sostenere i consumi. Proprio a seguito delle dimissioni di Fabrega, l’indice Merval della borsa di Buenos Aires ha chiuso con un crollo pari all’8,2%.

La Repubblica