L’ad Mauro Moretti ha rivelato le aziende interessate al processo di vendita del settore trasporti: si tratta dei cinesi di Crn Insigma, dai giapponesi di Hitachi, healing dagli spagnoli di Caf e dai francesi di Thale. Una decisione solo a fine ottobre
Due asiatiche, una francese e una spagnola: nell’Italia terra di conquista da parte dei grandi gruppi spagnoli sembra arrivata l’ora di AnsaldoBreda e Ansaldo Sts, in possibile uscita dal gruppo Finmeccanica. La procedura di cessione dell’azionariato di controllo procede, tanto da aver concluso la fase della presentazione delle offerte non vincolanti. “Sono quattro” ha rivelato ieri l’amministratore delegato e direttore generale del gruppo Finmeccanica, Mauro Moretti. Si tratta dei cinesi di Crn Insigma, dai giapponesi di Hitachi, dagli spagnoli di Caf e dai francesi di Thales.
Un primo esame delle offerte ricevute avverrà nel consiglio di amministrazione di fine mese. Anche se una decisione definitiva da parte del cda di Finmeccanica non avverrà prima della fine di ottobre. E non senza un passaggio con il Governo. Non solo perché azionista di maggioranza, ma anche perché il premier Matteo Renzi vorrà verificare che l’operazione soddisfi una delle condizioni essenziali, ossia il mantenimento del livello occupazionale negli stabilimenti italiani del gruppo.
Ecco perché, la società controllata dal Tesoro si è presa ancora del tempo. Vendere le due Ansaldo nonsarà una decisione facile. da un lato perché si tratta di due eccellenze delle tecnologia industriale italiana, pur con qualche distinguo. Lo è di sicuro Ansaldo Sts, uno dei leader mondiali della segnaletica ferroviaria, azienda quotata in Borsa che ogni anno produce utili (74,8 milioni nel 2013) e dividendi. Diversa la situazione di AnsaldoBreda, specializzata bella progettazione e costruzione di convogli ferroviari, in cui convivono una divisione dedicata alle carrozze per metropolitane che va bene e una per i treni che ha probelmi di reddittività da anni.
Finmeccanica vorrebbe cedere la maggioranza delle due società per fare cassa, abbattere il debito di quasi 4 miliardi (contratto per l’acquisto del gruppo della difesa americano Drs sette anni fa) e rilanciare gli investimenti nei settori Difesa e Aerospazio. A prevalere sarà l’offerta che darà le maggiori garanzie per il rilancio di AnsaldoBreda, con un progetto industriale di lungo periodo per evitare che si tratti solo di un’acquisizione per il controllo dei marchi e della quota di mercato.
Rimane aperta la possibilità che, in caso non si verifichino queste condizioni, il settore Trasporti rimanga nel perimetro di Finmeccanica. In alternativa, la società potrebbe riprendere in esame il dossier Drs pensando di fare cassa con la cesione di una quota dell’azienda Usa.
In qualche direzione Moretti dovrà procedere. E parlando a margine di un convegno ha chiaramente spiegato il perchè. L’ex ad delle Ferrovie ha detto che l’azienda ha bisogno di una “svolta fortissima”. Perchè “Finmeccanica dal 2006 ad oggi ha dimezzato il suo valore. Se continua così non ci rimarrà più niente”.
“Dobbiamo essere il grado di razionalizzare – ha aggiunto Moretti -. Un paese come il nostro deve riuscire a scegliere e la politica deve aiutare a fare qaueste scelte e accompagnare la trasformazione. La demagogia e il populismo credo che non vadano più bene: non possiamo più permetterci di fare investimenti sbagliati”. “La stagione dell’Eurofighter è finita è dobbiamo inventarci qualcosa – ha concluso – abbiamo meno risorse e più competitor. Oggi non siamo tra i primi gruppi al mondo per qualità tecnologica, dobbiamo arrivarci e dobbiamo contare sull’intelligenza della politica, sull’efficacia dell’amministrazione e sullo spirito imprenditoriale”.
La Repubblica