Il ministro dei Trasporti ha parlato al termine dell’incontro tra il governo ed Etihad: “Siamo molto contenti, health abbiamo fatto un ottimo lavoro, illness oggi definiamo gli ultimi dettagli e domani si chiude”. Questa sera un cda dell’ex compagnia di bandiera
MILANO – La telenovela di Alitalia va verso la conclusione: “E’ andata molto bene, domani si firma” ha detto il ministro dei Trasporti, Maurizio Lupi, uscendo da palazzo Chigi al termine dell’incontro del Governo con Etihad. “Siamo molto contenti, abbiamo fatto un ottimo lavoro, oggi definiamo gli ultimi dettagli e domani si chiude – spiega Lupi – anche dopo i dati di ieri, questa è una iniezione di fiducia per il Paese”. D’altra parte le due compagnie continuano a lavorato per sciogliere gli ultimi nodi rimasti sul tappeto, mentre Poste incassa un altro risultato: dopo quello di poter non mettere i propri soldi nella old-co: dalla prossima settimana, infatti, la partnership con Etihad prende forma con la creazione di un team congiunto che lavorerà per renderla operativa. L’a.d di Poste Francesco Caio, infatti, è stato ricevuto separatamente dagli altri soci: un incontro che ha permesso di passare dalla discussione dei giorni scorsi sulle sinergie alla messa in pratica della partnership tra Poste ed Etihad. Su questo dalla prossima settimana sarà al lavoro un team congiunto che si occuperà di rendere esecutivi i vari argomenti della collaborazione, tra cui vendita dei biglietti negli uffici postali, assicurazioni per il turismo, e-commerce. Per questa sera è stato convocato un nuovo cda della compagnia dopo l’incontro avvenuto ieri sera tra gli azionisti e ceo di Etihad, James Hogan: la riunione doveva servire a sciogliere gli ultimi nodi: il prestito ponte di circa 150 milioni, su cui va chiarito chi metterà mano al portafogli; la richiesta dei soci di allentare i vincoli sul look-up di 5 anni posto da Etihad; la riduzione delle condizioni sospensive per l’efficacia dell’accordo. Domani, resta infine l’assemblea degli azionisti per deliberare l’aumento di capitale da 300 milioni
La Repubblica