LA PROVOCAZIONE DI CESARE LANZA:«IL GIOCO D’AZZARDO?VA INSEGNATO ALLASILO»
«Il gioco (ndr d’azzardo), che fa parte di ogni fase della nostra vita, è educativo e dovrebbe essere insegnato istituzionalmente. Nelle scuole elementari o addirittura negli asili, nelle scuole medie o, quanto meno, all’università». Inizia con questa provocazione il nuovo libro del giornalista-scrittore Cesare Lanza «Elogio del gioco d’azzardo» (L’attimo fuggente editore, dedicato appunto alle sue grande passioni: il poker, la roulette e lo chemin de fer. Un libro scritto, ha spiegato ieri durante la presentazione del volume, per protestare contro la campagna «ipocrita e moralistica» di «demonizzazione» del gioco portata avanti da giornali e tv, e contro «i proibizionismi che vogliono scegliere al mio posto».
Nel libro abbondano i riferimenti storici, gli aneddoti e i personaggi famosi con la passione per il gioco: da Pio IX (che fece installare un biliardo in Vaticano) a Dostoevskij («un mito per tutti noi giocatori»), da Scorsese a Bogart. E tra i grandi giocatori non poteva mancare re Faruk, protagonista di partite memorabili nei casinò di tutto il mondo e che utilizzò una metafora «pokeristica» per anticipare la fine del suo regno: «Tra trent’anni al mondo esisteranno solo sei re: il re di picche, il re di fiori, il re di quadri, il re di cuori, il re d’Inghilterra e il sovrano di Monaco».
Ma il gioco non è solo passione e divertimento: negli ultimi anni abbiamo assistito alla nascita di una nuova malattia, la ludopatia, e alle infiltrazioni sempre più penetranti della criminalità organizzata nel settore. Anche su queste accuse, però, Cesare Lanza va controcorrente e rilancia: «In Italia ci sono tantissime leggi e allora lo Stato le applichi facendo controlli e condannando chi sgarra. Invece quasi sempre si alza bandiera bianca di fronte alla malavita. Negli altri Paesi lo Stato combatte creando polizie specializzate per garantire la legalità del gioco».
Insomma una difesa a tutto campo dell’azzardo, un fenomeno che – è stato ricordato durante la presentazione del libro – garantisce 160 mila posti di lavoro, un giro d’affari di 87 miliardi di euro ed entrate fiscali per 17 miliardi. «E poi – ha chiuso la sua arringa difensiva Cesare Lanza – i giochi esistono da sempre, sono diffusi in tutto il mondo, a prescindere dai sistemi politici e dal grado di civilizzazione delle varie nazioni: un motivo ci sarà!».
Corriere della Sera 28 – 06 – 2013