di Cesare Lanza
Scommettiamo che non ci saranno elezioni anticipate? Per favore, non mi dite che è una scommessa troppo facile. Matteo Renzi ha ritrovato l’arroganza primitiva e fisiologica e ci riproverà. Vero che Sergio Mattarella, presidente della Repubblica, con un’occhiataccia così dicono (una soave occhiataccia) – ha stoppato un suo primo, irruento tentativo di far cadere il premier Paolo Gentiloni (per il blitz imprevisto sulla presidenza della commissione Affari costituzionali, con la nomina dell’alfaniano Salvatore Torrisi). Si sa che Mattarella è roccioso, su questo tema: guai a parlare di elezioni anticipate. Ed è vero anche che Angelino Alfano con una minima quantità di voti e la massima capacità di interdizione, finché dura – ha espulso Torrisi, ha detto di non essere nato ieri e di aver capito il giochino. Sfidando Renzi: se vuole le elezioni, lo dica chiaramente. Ed è innegabile, infine, che andare alle elezioni senza una nuova legge elettorale sarebbe un altro colpo devastante per la già infima credibilità della politica di fronte all‘opinione pubblica.
Temo, come ho scritto, che così sarà: una legge nuova o rispettabile non ci sarà, ma tutti i partiti si guardano bene all’assumersene le responsabilità. E dunque? Ribadisco: le elezioni si terranno a scadenza naturale. Ma per il governo non sarà una passeggiata. La scena politica è confusa, a ogni passo una mina anti Gentiloni. E il vero nemico del premier è Matteo. È stretto in un angolo, si dibatte, si illude che prima arriverà alle elezioni e meglio sarà (per lui). La lezione del 4 dicembre non gli è bastata: continuerà a fare danni.
di Cesare Lanza, La Verità