L’Istat ha tracciato un calo dello 0,3 per cento in valore e dello 0,7 per cento in volume su gennaio. Nel trimestre dicembre-febbraio la dinamica dei prodotti alimentari è determinante per tenere in positivo l’andamento delle vendite in valore
C’è la variabile dei prezzi a tenere su gli affari per i commercianti al dettaglio. Secondo i dati dell’Istat, infatti, a febbraio le vendite sono scese dello 0,3% in valore e dello 0,7% in volume rispetto al mese prima, mentre rispetto al febbraio 2016 hanno registrato un calo dell’1% in valore e del 2,4% in volume.
Gli statistici annotano che, al di là delle oscillazioni mensili, “nella media del trimestre dicembre 2016 – febbraio 2017 il valore delle vendite aumenta dello 0,3%, mentre il volume diminuisce dello 0,2%. Tali dinamiche sono interamente ascrivibili ai prodotti alimentari, mentre le vendite di beni non alimentari risultano invariate, nello stesso arco temporale, sia in valore che in volume”.
“Lo avevamo detto che il dato di gennaio, quando si era registrato rispetto a dicembre un rialzo in valore dell’1,4%, il più ampio da cinque anni, era solo un rimbalzo tecnico. Il dato di oggi ci riporta, purtroppo, alla dura realtà: calano tutte le vendite, sia su base mensile che su base annua, sia in volume che in valore” afferma Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori. “In particolare, è allarmante l’ennesima riduzione delle vendite alimentari: il crollo annuo in volume del 4,8% significa che gli italiani non solo hanno ridotto gli sprechi, ma stanno letteralmente mangiando di meno” prosegue Dona.
Tornando ai dati Istat del solo mese di febbraio, sul mese precedente le vendite di beni alimentari registrano una diminuzione dell’1,1% in valore e del 2,0% in volume, mentre quelle di beni non alimentari restano sostanzialmente stabili con un aumento dello 0,1% in valore e una variazione nulla in volume.
Se si guardano i dati con il filtro della tipologia dei negozi, rispetto a febbraio 2016 la grande distribuzione e le piccole superfici mostrano andamenti simili, con flessioni, rispettivamente, dell’1,0% e dell’1,1%.
Repubblica