Vedere il sorriso di Massimo D’Alema e i grandi giornalisti che fanno piroette per autosmentirsi dopo aver lodato il Bullo di Firenze mi fa godere da pazzi. E godo ogni giorno con la «nostra» Verità. Non vi offendete, leggo prima Cesare Lanza e poi mi godo il resto. E del nostro successo ringrazio il Bullo: se non avesse fatto epurare il direttore, La Verità oggi non sarebbe in edicola.
Gustavo Bruno, Milano
Risponde Mario Giordano
Lo sa che ci pensavo l’altro giorno, caro Gustavo? Adesso il direttore Belpietro chiuderà questa rubrica e mi prenderà a calci nel sedere, però lo devo dire: una delle poche cose buone che ha fatto Renzi, una delle poche cose per cui mi sentirei di ringraziarlo, è proprio quello di aver provocato la sua cacciata e dunque la nascita della Verità. Non è mai elegante parlare di se stessi e mia mamma mi ha cresciuto all’insegna del motto: «Chi si loda s’imbroda e fa pure la figura del pirla». Però, fra di noi, possiamo dircelo: questo successo di libertà, oltre che di edicola, questa piccola ma felice oasi di pensiero non convenzionale, non ci sarebbe stata se il Bullo sbullonato non avesse concepito l’informazione come uno zerbino, e se l’informazione non si fosse prestata a farsi azzerbinare. La prima battaglia l’abbiamo vinta, caro Gustavo, e lei fa bene a godere. Godiamo un po’ tutti, in fondo. Ma attento: la guerra è tutt’altro che finita. Nei prossimi mesi, mi creda, ci sarà ancor più bisogno di unghie libere e Verità…
La Verità