Nel terzo trimestre del 2015 i guadagni di Facebook sono stati di 4, sale 04 miliardi di dollari. Tradotto vuol dire: più di 44 milioni di dollari al giorno, quasi 1,85 milioni all’ora e circa 31 mila al minuto. Questo è, più o meno, quanto Zuckerberg ricava dalle nostre vite sulla piattaforma di sua proprietà, al lordo dei soldi percepiti con post sponsorizzati, banner e pubblicità di vario tipo. Conosciamo tutti quella spiacevole sensazione che si avverte ogni volta che si prova ad accedere a Facebook e il sito o l’app sul telefonino non vanno. Ieri sera è successo un’altra volta. Poco dopo le 18.30 italiane il social network è diventato irraggiungibile in tutto il mondo, tanto che il portale di segnalazioni Downdetector è arrivato a contare quasi 35 mila avvisi nel giro di un’ora. Allo stato attuale non si sa cosa abbia causato l’ennesimo blackout di Facebook, che in alcuni casi si è protratto ben oltre le 19, ma chiaramente qualcosa non va nei meandri dell’azienda statunitense che ha server dislocati un po’ ovunque. Il problema principale è che ogni volta che il re dei social non è raggiungibile Mr. Zuck perde dei soldi, non proprio spiccioli. Giovedì il team di ingegneri ha risolto il problema nel giro di 15 minuti, ma il ripristino totale si è concluso solo intorno alle 19.20 italiane, ovvero 50 minuti dopo le prime avvisaglie. Stando al calcolo fatto all’inizio, i mancati login di ieri sono costati a Facebook una cifra che va dai 465 mila dollari (15 minuti) al milione e 550 mila dollari (considerando la risoluzione nei 50 minuti). Prima del “down” di ieri, erano passati solo sette giorni dal blocco precedente, segnalato il 19 settembre principalmente dagli iscritti negli USA e Nord Europa, meno in Italia. Anche lì diversi minuti di inaccessibilità e tanti dollari gettati al vento. Il 2015 è stato un disastro sotto questo punto di vista: blocchi prima dell’estate e oltre un’ora di interruzione a gennaio. Il fatto che il team sia a conoscenza delle cause non cambia la situazione. Durante il buio del 24 settembre, Benjamin Golub, ingegnere del software di Facebook, ha informato dalle pagine dedicate agli sviluppatori (e non dunque con un comunicato ufficiale) che una difficoltà temporanea stava rendendo impraticabile il lavoro con gli strumenti di sviluppo dell’azienda. Restano i dubbi e le incertezze su quanto siano davvero affidabili le infrastrutture del gigante di Menlo Park visto che non si è ancora arrivati alla saturazione di iscritti. C’è un mondo intero che non ha accesso al web e Aquila punta proprio a questo. (Panorama.it)