La proposta della società italiana al congresso europeo: modificare lo stile di vita è l’unica cosa che funziona. Più dei farmaci
Gli hanno assegnato la Claude Bernard, la lettura iniziale della cerimonia di apertura, quella che non ha eventi sovrapponibili perché è il momento in cui la comunità scientifica si incontra per riflettere sull’argomento di punta del congresso. E se il congresso è quello annuale dell‘Easd, la società europea per lo studio del diabete, il titolo della presentazione è “La prevenzione del diabete di tipo 2, un sogno che diventa realtà”, e chi parla è una istituzione come il finlandese Jaakko Tuomilehto, appare chiaro come si voglia andare oltre il semplice consigliare tutte le attività che possono prevenire la malattia.
In Finlandia si partiva da un rischio cardiovascolare altissimo ma in soli dieci anni quel rischio è stato abbattuto del 70%. Come? Intervenendo a gamba tesa sullo stile di vita. Perché modificare lo stile di vita – banalmente mangiando meglio e muovendosi con regolarità – funziona meglio e più dei farmaci. E ha un effetto di lunga durata, che arriva addirittura a dieci anni, che i farmaci non hanno, quando vengono sospesi.
Ovviamente anche intervenire sugli stili di vita ha un costo. Ma, come fa notare il presidente della Società italiana di diabetologia, Francesco Purrello, un diabetico costa tremila euro all’anno al nostro sistema sanitario, contro i 1500 di un non diabetico. E moltiplicando quei tremila euro per i quattro milioni di malati italiani si arriva a una cifra spaventosa. Che potrebbe essere ridotta e abbattuta, facilitando le buone abitudini.
“Per esempio si potrebbe provare con una detrazione fiscale della palestra – ipotizza Purrello – se spendiamo tanti soldi per la gestione delle complicanze spendiamo male i nostri soldi. Dobbiamo pensare a bloccare questo aumento esponenziale di malati, che sembra inevitabile e al quale sembriamo quasi rassegnati. Invece possiamo fare qualcosa, e siamo pronti, come diabetologi, a offrire il nostro aiuto alle istituzioni. Ma non c’è più tempo da perdere”.
Che fare dunque? E basta la palestra? “IN Finlandia hanno ottenuto ottimi risultati anche con una attività fisica moderata, come trenta minuti di passeggiata al giorno – continua Purrello – il punto è cambiare stile di vita, mangiare seguendo la nostra dieta mediterranea, come è stato fatto in Finlandia per ottenere quei risultati fantastici, e muoversi. Non solo palestra, ma muoversi come modifica al proprio stile di vita, far le scale, andare a piedi, non stare troppo a lungo seduti in ufficio. Per avere benefici basta perdere il 5-7 per cento del proprio peso. E anche i pazienti anziani beneficiano di questi effetti”. Uno stile di vita sano ha effetti a tutte le età. E non è mai tardi per cambiare.
Repubblica.it