Jack Ma aveva sempre sostenuto di non volere «ragionieri» alla guida di Alibaba. Ma il suo successore come presidente esecutivo del colosso da 420 miliardi di dollari di capitalizzazione è proprio un uomo che pensa anzitutto a far quadrare i bilanci ed è entrato nel gruppo undici anni fa come chief financial officer di Taobao, la piattaforma di ecommerce. Si chiama Daniel Zhang Yong, 46 anni, ed è laureato in Finanza ed Economia all’università di Shanghai. È stato il fondatore, annunciando la settimana scorsa che dal 10 settembre 2019 Zhang prenderà il suo posto al timone di Alibaba Group Holding, a spiegare in una email agli 86 mila dipendenti le ragioni della sua scelta. Lui ha deciso di ritirarsi «per aprire una nuova era personale» e dedicare energie e una parte della sua ricchezza all’istruzione nelle scuole rurali della Cina. Affida la sua creatura a un uomo che dovrà affrontare molte sfide.
Le qualità del nuovo timoniere
«Grazie a Daniel, Alibaba ha registrato una crescita sostenibile e costante per 13 trimestri consecutivi», ha scritto Jack Ma, ammettendo quindi che le idee geniali non bastano e i bilanci sono essenziali. E ha concluso: «La sua mente analitica non ha rivali, ha a cuore la nostra missione, ha passione e senso della responsabilità e ha il fegato per innovare e provare modelli creativi di business». «Jack ha la visione e Daniel le dà concretezza», «intelligente ma diligente» dicono ad Hangzhou, quartier generale di Alibaba.Insomma, non un tipo genio e sregolatezza, nonostante sul biglietto da visita Zhang abbia scritto anche il suo nome di battaglia: «Xiaoyaozi», che si traduce «libero e sfrenato» e definisce una condizione di assoluta calma psicologica senza freni inibitori. Xiaoyaozi era il protagonista di una serie di romanzi sulle arti marziali e per restare protagonista dei mercati bisognerà combattere, perché il vento sta cambiando in Cina.
La carriera
Questo passaggio di poteri al vertice di Alibaba è il primo nella storia dei grandi gruppi cinesi della tecnologia (e anche dell’industria tradizionale), nati in questi ultimi anni di crescita tumultuosa. Oltretutto, Jack Ma annuncia il ritiro ad appena 54 anni. Zhang è arrivato in Alibaba nel 2007, come chief financial officer di Taobao, che al tempo faticava ad uscire dall’ombra. Il «ragioniere» era stato senior manager per i revisori internazionali di conti PricewaterhouseCoopers e poi amministratore delegato di Shanda, un’azienda cinese di giochi online. Jack Ma, che era amico del proprietario di Shanda, andò a casa sua per scusarsi dello scippo. Aveva scelto bene, perché Zhang mise mano a Taobao, che al momento sembrava una barchetta nella tempesta: perdeva soldi, era accusata di mettere in vendita prodotti contraffatti capaci di attirare solo cinesi poveri. Ha giocato al rialzo, raffinando la qualità dell’offerta e portando subito Taobao agli utili. E nel giro di un anno, nel 2008, ha avuto l’idea che ha cambiato tutto (in meglio): ha aperto Tmall, altro sito di ecommerce che però punta alla fascia medio-alta dei consumatori e ha richiamato sul web griffe e marchi famosi e di lusso. Tra i suoi record, la vendita di 100 Maserati in 18 secondi di click forsennati sul mercato cinese.
Il Single Day
Nel 2009 il presunto «ragioniere» si fa venire un’altra idea «libera e sfrenata»: trasforma l’11-11, festicciola cupa dei cuori solitari cinesi, nella Festa dei single, le 24 ore di caccia sul web ai supersconti di prodotti tecnologici, vestiario, profumi, giochi, gadget di ogni tipo. Le idee Nel primo evento il Doppio 11 dello shopping registra 8 milioni di dollari di vendite, nel 2017 batte ogni record mondiale sfondando il tetto dei 25 miliardi di dollari di valore, distribuito in 777 milioni di pacchi consegnati in poche ore in ogni angolo della Cina. La super vendita si è trasformata anche in evento mondano trasmesso in diretta tv con Jack Ma che si diverte a partecipare ballando e cantando, con le sue interpretazioni di Michael Jackson. Daniel Zhang resta dietro le quinte, dicono che trascorra le 24 ore incoraggiando continuamente la truppa Alibaba che fa funzionare il sistema sul web. Forte di questi successi, Zhang è salito al rango di amministratore delegato dell’intero gruppo, nel 2015. Dicono che «ha cambiato il motore di Alibaba, da quello di un trattore a quello di un Boeing 747». A Hangzhou vive in albergo, sostiene di conoscere solo la strada per gli uffici di Alibaba e fa il pendolare tornando a casa a Shanghai nel fine settimana.
«Investo su me stesso, non ho una casa»
Perché non si è comperato un appartamento dove lavora? «Per non perdere tempo e perché preferisco investire su me stesso e non sul mattone», ha risposto. Qualche battuta dunque la concede. E poi scrive. Le parole In un commento per la stampa americana ha messo giù alcune massime: «Se vuoi vincere una corsa, invece di scommettere su un cavallo, compralo». La metafora gli è servita a introdurre un tema importante nella linea del gruppo: «Ad Alibaba, per i progetti strategici che richiedono sinergie e integrazione, scegliamo di acquisire una società che riteniamo importante invece di prendere solo una quota di minoranza». Si sa che Jack Ma è un appassionato di «tai chi», lo pratica per rilassarsi anche durante le riunioni, Daniel Zhang invece cammina intorno al tavolo per scaricare la tensione, e quando non trova la soluzione si chiude in ufficio e fuma.
Sogni di ulteriore grandezza
La notte in albergo guarda il calcio inglese (tifa per l’Arsenal) e il basket Nba (Houston Rockets, che ingaggiarono il lunghissimo cinese Yao Ming). Il gruppo è valutato in Borsa 50 volte gli utili registrati l’anno scorso, segno che gli investitori si aspettano ancora una crescita consistente. Jack Ma avverte che ormai l’ecommerce lo sanno fare tutti e bisogna evolversi. La ricetta di David «libero e sfrenato» Zhang è consolidare Alibaba come «una somma di Google, Amazon e Facebook», uscendo dal puro ecommerce per diventare «un sistema economico digitale sostenuto dai big data», che unisce le vendite online su telefoni mobili e non più sui pc che sono il passato, alla finanza, all’iCloud, alla logistica, all’intrattenimento. «Vogliamo che Alibaba nel 2036 sia un sistema economico globale», dice il successore di Jack Ma. Una narrativa da leader, non da ragioniere.
Giulio Santevecchi, Corriere della sera