In Belgio si trovano alcuni dei lavoratori più agguerriti di Ryanair, che dal ritorno dalle ferie hanno lanciato una serie di scioperi e alimentato il braccio di ferro con l’azienda, per ottenere condizioni di lavoro migliori e salari più alti. E proprio dal Belgio l’amministratore delegato di Ryanair, Michael O’Leary, lancia la sua minaccia: potrebbe lasciare nel 2019, dice provocatorio come sempre, un po’ per dedicare il tempo alla famiglia ma facendo altresì capire che il clima in azienda – pesante – ha il suo ruolo nella decisione.
Il vulcanico capo azienda della low cost, che ha conquistato milioni di passeggeri con un’offerta “rude” ma efficace per i risparmi promessi, da inizio mese fronteggia l’ennesima protesta del personale: ha affidato la sua sparata a una intervista con il quotidiano belga La Libre Belgique.
“Non sono sicuro di voler firmare per un altro periodo di cinque anni”, afferma l’amministratore delegato della compagnia. O’Leary, adesso 57enne, nota che un nuovo impegno quinquennale richiederebbe che assumesse la responsabilità di guidare Ryanair oltre i 62 anni. “Non credo che la signora O’Leary sarà d’accordo, devi chiederglielo”, scherza il capo azienda, prima di fare una battuta sulle turbolenze che sta attraversando la sua compagnia. “Cosa succederà se morirò tragicamente, schiacciato da un simpatizzante del sindacato che lascia questo hotel?”, si chiede il leader, uso alle provocazioni.
“Voglio continuare ancora alcuni anni e non so cosa farò dopo”, continua O’Leary: “Certo, sto già pensando al mio patrimonio”. Ryanair sta affrontando una protesta dei propri dipendenti da un anno. Uno sciopero del personale di bordo è stato convocato il 28 settembre dai sindacati in Belgio, Spagna, Italia, Paesi Bassi e Portogallo per chiedere migliori condizioni di lavoro e l’assunzione di ciascun dipendente attraverso un contratto nel suo Paese di residenza.
Repubblica.it