Il social network continua a cercare soluzioni per risolvere il problema delle notizie false
Il Digital News Report 2018di Reuters parla chiaro: Facebook ha pagato il ciclone fake news.
La consultazione delle notizie sulla piattaforma da 2 miliardi di iscritti è in calo, soprattutto fra i giovani, a beneficio di realtà come (la sua) WhatsApp. Continua, quindi, la lotta ai contenuti falsi con il supporto di fact-checker terzi. L’Italia, dallo scorso gennaio, con il sito Pagella Politica, è uno dei 14 Paesi coinvolti, cui ne verranno aggiunti altri entro fine anno.
L’occhio umano ovviamente non basta e Menlo Park, sempre in bilico fra il ruolo di media company non tradizionale e piattaforma tecnologica, sta schierando il machine learning per individuare i duplicati di storie già smentite. In Francia, ad esempio, sono stati trovati più di 20 domini e oltre 1.400 contenuti che avevano diffuso un’informazione già smascherata come falsa.
Altro punto su cui il colosso di Mark Zuckeberg sta provando a insistere è quello delle foto e dei video, che vengono analizzati — per ora in fase di test — dai fact checker al pari dei link per scovare eventuali manipolazioni o usi impropri di contenuti datati o fuori contesto (in Francia lavora da tempo sui filmati Afp Factuel). Una volta individuato il materiale sconveniente, il social interviene riducendone la visibilità — dice di riuscire ad abbattere le visualizzazioni dell’80 per cento — e occupandosi delle pagine recidive, con particolare attenzione a quelle di Paesi stranieri, cui vengono tagliate le possibilità di monetizzare e sponsorizzare.
Inoltre, Facebook si appoggerà Claim Review di Schema.org, come ha già fatto in passato Google, per determinare automaticamente se una notizia è verificata.
Corriere.it