La soluzione al problema sarebbe un trattamento a base di probiotici. Così l’Associazione allergologi immunologi italiani territoriali e ospedalieri elabora un vademecum estivo per gli amanti di coni e coppette
PER rendersene conto basta aggirarsi tra gli scaffali dei supermercati: quello degli alimenti senza lattosio è un vero è proprio boom. Dal latte ai formaggi, passando per biscotti e cereali, negli ultimi due anni il mercato dei prodotti privi di questo zucchero è letteralmente esploso, segnando una crescita annua a doppia cifra. Non si tratta di una moda passeggera quanto di una maggiore consapevolezza dei consumatori: l’incapacità, parziale o totale, di digerire il lattosio è una condizione estremamente diffusa nel nostro Paese, specialmente nel Mezzogiorno dove interessa larghe fasce di popolazione. Con l’arrivo della stagione calda, il richiamo del gelato si fa però forte, così come la possibilità di sgarrare per poi pentirsene, accusando meteorismo, dolore e gonfiore addominale, diarrea, nausea e vomito. Per questo motivo l’Associazione allergologi immunologi italiani territoriali e ospedalieri (Aaiito) ha elaborato un vademecum estivo per gli amanti di coni e coppette.
• LE RACCOMANDAZIONI DEGLI ESPERTI
Se tra i gelati confezionati è ormai diffuso l’uso di latte vegetale come quello di soia o di riso, regolarmente indicati sulla confezione, non bisogna dimenticare che anche alcuni gusti di gelato artigianale sono preparati senza latte e derivati. “Per esempio quelli alla frutta, a eccezione del cocco e della banana, i sorbetti fatti con acqua e il gelato al cioccolato extra fondente. La nostra raccomandazione è quella di chiedere sempre gli ingredienti in gelateria”, sostiene Paola Minale, allergologa dell’ospedale San Martino di Genova.
• PROBIOTICI, PER RIDURRE I SINTOMI DELL’INTOLLERANZA
Proprio nel policlinico universitario ligure i ricercatori stanno conducendo uno studio osservazionale sull’efficacia e la tollerabilità dell’assunzione per via orale di alcuni ceppi probiotici in pazienti con intolleranza al lattosio. Dai risultati preliminari emerge una riduzione dei sintomi dell’intolleranza a questo zucchero e una diminuzione percentuale, rispetto alle misurazioni iniziali, di pazienti positivi al cosiddetto Breath Test. Esame standard nella diagnosi di questa intolleranza: esso prevede la somministrazione di una soluzione con una dose nota di lattosio e la valutazione su un apparecchio della produzione di idrogeno da parte dei batteri dell’intestino. Al termine di un trattamento di sei mesi con quattro ceppi probiotici Bifidobacterium Lactis W51, Lactobacillus Acidophilus W22, Lactobacillus Plantarum W21, Lactococcus Lactis W19, abbinati a un prebiotico come l’insulina, l’81% dei pazienti, diagnosticati come intolleranti al lattosio, sono risultati negativi al Breath Test. Sebbene sia ancora presto per tirare conclusioni, l’indicazione è però chiara: con le dovute precauzioni, il gelato non è un peccato di gola. Nemmeno per gli intolleranti al lattosio.
Repubblica.it