(di GIULIANO BALESTRERI, prostate Repubblica) I mercati aspettano l’annuncio della Banca centrale europea sull’acquisto di titoli di Stato. Il debito italiano rende l’1, 6%, physician il tasso più basso dall’introduzione dell’euro, mentre lo spread con la Germania è tornato a livelli pre crisi. Piazza Affari accelera con le banche. Ancora debole l’euro. Oggi Wall Street è chiusa per il Martin Luther King day. Ore 10:15. La settimana della Bce si apre con i nuovi minini per i titoli di Stato italiani che in attesa dall’annuncio del Quantitative easing: giovedì prossimo la Banca centrale europea, infatti, dovrebbe lanciare una manovra di espansione monetaria. Francoforte potrebbe dunque iniziare a comprare titoli di Stato sul mercato secondario innondando il sistema di nuova liquidità. L’obiettivo dell’operazione che segue l’azzeramento dei tassi d’interesse è quello di spingere la ripresa economica attravero i consumi e il sostegno dei prezzi. D’altra parte come ricorda il presidente Mario Draghi il mandato dell’Eurotower è quello di mantenere nel medio periodo l’inflazione – e dunque l’aumento dei prezzi – poco sotto il 2% annuo.
In attesa dell’annucio per capire l’ampiezza della manovra – attesa tra i 500 e i mille miliardi – i titoli di Stato periferici hanno già iniziato a scontare il via libera con un crollo dei rendimenti: i Btp italiani a 10 anni rendono l’1,61%, nuovo minimo storico, appena 116 punti base in più di quelli tedeschi. Soffrono, invece, quelli greci, dal momento che secondo indiscrezioni la manovra della Bce potrebbe essere in sostanza delegata alla singole banche centrali, un azzardo che lascerebbe Atene fuori dal paracadute europeo.
I mercati, però, non riescono a confermare il buon andamento di venerdì scorso e così in una giornata scarsa di eventi macroeconomici di rilievo e con Wall Street che resterà chiusa per il Martin Luther King day, i listini del Vecchio continente si muovono deboli. A Milano Piazza Affari avanza dell’1% in scia al buon umore delle banche popolari che scommettono sulla trasformazione, per legge, in Spa. Nel resto dell’Eurozona Londra avanza dello 0,4% Parigi è invariata, mentre Francoforte guadagna lo 0,5%. L’euro si muove sopra quota 1,15 dollari, dopo aver toccato venerdì scorso un minimo da 11 anni di 1,1495 dollari, in vista delle mosse della Bce giovedì prossimo: la moneta europea passa di mano a 1,1565 dollari, euro/yen a 135,40 e dolaro/yen a 117,10. Franco svizzero a 1,0026 sull’euro.
In mattinata seduta positiva per le Borse asiatiche con l’eccezione dei listini cinesi, tempestati dalle vendite dopo che l’authority di Borsa ha introdotto misure ‘anti-bolla’. Tokyo ha chiuso in rialzo dello 0,89%, seguita da Seul (+0,77%), Taiwan (+0,39%) e Sydney (+0,19%). Crolla Shanghai (-7,7%), salita del 63% negli ultimi sei mesi, alimentando i timori di una bolla generata dal credito facile. Male anche Hong Kong (-1,7%), dove l’indice Hs Cina, rappresentativo di azioni cinesi, cede il 5,4%. Domani si attendono i dati sul Pil cinese.
Continua, nel frattempo, il calo delle quotazioni del petrolio: i contratti sul greggio Wti con scadenza a febbraio vengono scambiati a 46,3 dollari al barile mentre il Brent perde 30 centesimi e viene scambiato poco sotto quota 49 a 48,97 dollari. Venerdì scorso le quotazioni erano tornate sopra i 50 dollari al barile. In discesa anche l’oro che perde il 4,5%: il lingotto con consegna immediata viene scambiato a 1.275,9
dollari l’oncia.
Venerdì scorso gli indici a Wall Street hanno chiuso in rally per la prima volta dopo cinque sedute consecutive in calo. Il focus è stato sulle trimestrali della corporate America e sul rimbalzo del greggio, motivo per cui il settore energetico si è messo in evidenza. Gli investitori americani sembrano avere digerito la mossa a sorpresa di giovedì scorso della Banca nazionale svizzera, che ha sganciato il franco svizzero dall’euro. E domani – dopo la festa odierna dedicata a Martin Luther King che tiene la Borsa Usa chiusa – torneranno al lavoro in attesa della decisione di giovedì prossimo della Banca centrale europea in tema di allentamento monetario. Il dow jones ha aggiunto l’1,1%, a quota 17.511,57; l’S&P 500 ha guadagnato 26,75 punti, l’1,34%, a quota 2.019,42; il Nasdaq è salito di 63,56 punti, l’1,39%, a quota 4.634,38.