La questione del golden power legata a Sparkle, controllata di Telecom Italia, non è stata affrontata oggi in Consiglio dei ministri, ma potrebbe approdare alla riunione di lunedì, quando è previsto il varo della Legge di Bilancio, o in una successiva. Nel decreto legge fiscale, approvato oggi, norma antiscorrerie
La questione del golden power legata a Sparkle, controllata di Telecom Italia che gestisce i cavi sottomarini internazionali, non è stata affrontata oggi in Consiglio dei ministri, ma potrebbe approdare alla riunione di lunedì, quando è previsto il varo della Legge di Bilancio, o in una riunione successiva. E’ quanto hanno riferito fonti di governo, aggiungendo che il provvedimento sarà una delibera del presidente del Consiglio a sé stante.Il decreto legge fiscale, approvato oggi dal Cdm, non contiene norme sull’esercizio della golden power su Telecom Italia ma norme antiscorrerie contro le scalate ostili, ha precisato un portavoce del ministro per i rapporti con il Parlamento, Anna Finocchiaro. Il governo dovrebbe chiedere restrizioni alla governane di Sparkle e la societarizzazione degli asset della rete fissa. In discussione in questa fase ci sarebbe esclusivamente la posizione di Vivendi , che detiene il 23,94% di Telecom Italia in base all’articolo 1 del decreto del 2012 che disciplina gli asset strategici per la difesa e la sicurezza nazionale. Profilo di valutazione e tempistiche diverse riguarderebbero Telecom Italia , alla quale si imputa la mancata comunicazione “dell’avvenuta modifica del controllo e della disponibilità a far data da maggio” degli attivi della stessa società, giudicati strategici per l’interesse nazionale nel settore delle telecomunicazioni. Per gli analisti di Banca Imi (rating buy e target price a 1,08 euro confermati sul titolo TI) la visibilità sulle implicazioni del Golden Power è ancora bassa. Per cui “ci aspettiamo che la performance del titolo Telecom Italia in borsa (al momento -0,59% a 0,754 euro, ndr) continui a essere penalizzata da queste incertezze”, hanno aggiunto, ribadendo la loro opinione secondo la quale “dal punto di vista finanziario lo spin-off della rete potrebbe sbloccare il valore dell’asset anche se restiamo cauti sulla fattibilità tecnica e operativa”. Separatamente il governo sarebbe pronto a lanciare l’asta per le frequenze 5G con un incasso suddiviso tra il 2018 e il 2022. Si parla di 3,25 miliardi di euro suddivisi in: 500 milioni di euro nel 2018 dalle frequenze 3,6-3,8 GHz; 250 milioni di euro nel 2018 dalle frequenze 26,5-27,5 GHz; 2500 milioni dalle frequenze 700 MHz, di cui 500 milioni con un pagamento previsto al 2018 e 2000 milioni con pagamento nel 2022 (data di effettiva consegna delle frequenze). Nel caso di Telecom Italia l’esborso per le nuove frequenze ventennali non è incluso nel cashflow del piano che prevede 1400 milioni di free cash flow nel periodo 2017-2018. “Il pro-quota dell’esborso 2018 potrebbe essere intorno a 300-400 milioni di euro, se le indiscrezioni fossero confermate”, affermano gli analisti di Equita che sul titolo Telecom Italia hanno un rating buy e un prezzo obiettivo a 1,26 euro.
Milano Finanza