L’insuccesso è la realtà per la maggior parte dei progetti imprenditoriali innovativi. Le startup possono fallire per limiti tecnici, di business model o strettamente finanziari. Questa situazione non è particolarmente accettata in Italia e per costruire una nuova cultura del fallimento è nata a Modena una “Scuola di fallimento“.
Il fallimento come esperienza
Guardando in avanti non si può che temere il fallimento, guardando indietro invece da esso si può imparare. Questo aspetto educativo dell’insuccesso è parte della cultura della Silicon Valley, la stessa che rende la baia di San Francisco uno dei luoghi migliori per fare startup.
A seguito di un fallimento, una persona all’interno di un ecosistema startup maturo, non dovrebbe vedere la propria carriera imprenditoriale come finita e lo stesso dovrebbe essere per gli altri attori del sistema (investitori, ecc…). Una condanna del fallimento produce avversione al rischio e frena l’innovazione.
Il progetto a Modena
Il progetto “Scuola di Fallimento” nasce appunto dall’insuccesso di uno spin-off universitario lanciato dalla ricercatrice Francesca Corrado del dipartimento di economia. Partecipano all’organizzazione del progetto le associazioni PlayRes e Stars&Cows.
Lo svolgimento
La scuola prevede l’organizzazione di attività di diversa durata che condividono un ampio uso della gamification. Quello previsto è infatti un gioco nel quale si può solo vincere o imparare, aperto a startupper, studenti e disoccupati.
Il gioco mette le persone davanti alle fasi del fallimento e ne impone un’attenta analisi, parte fondamentale nel processo d’apprendimento. Durante il periodo di formazione i partecipanti vengono seguiti da 12 professionisti con diversi background. Sono infatti presenti nel team attori, esperti di giochi di ruolo e psicologi.
Partecipare
Le attività inizieranno in autunno. Il 24 settembre si terrà una lezione aperta e gratuita e dal mese successivo partiranno i corsi a pagamento.
Per maggiori informazioni potete seguire la pagina facebook ufficiale.
Elias Secchi, breakingtech.it